Se all’algoritmo non si comanda, come sostengono le compagnie aeree, riguardanti il caro-prezzi delle tariffe, i viaggiatori, costretti a muoversi a ridosso delle festività, di rientro in Sicilia, potrebbero domandarsi a cosa serve l’intelligenza umana e perché non sostituisce la sequenza, solo in apparenza ottusa del calcolatore, nei fatti adoperata in compiti di speculazione quando si tratta di viaggiare.
I prezzi di treni e aerei
Ma tant’è. Funziona così con i rincari alle stelle dei generi alimentari, dove quattro o cinque passaggi di mano gravano sul singolo prodotto. Non dovrebbe accadere con i listini di aerei, di treni, giacché le aziende di trasporti vendono il titolo di viaggio direttamente al consumatore. Eppure, un ticket ferroviario per andare, il 21 dicembre prossimo, da Milano a Palermo costa, già adesso, 190 euro, stesso esborso per i viaggiatori diretti, in treno, in pari data, da Torino a Catania o da Venezia a Catania. Per adesso, giacché con il trascorrere dei giorni, a ridosso del 23 dicembre, le tariffe aumenteranno vertiginosamente.
Va anche, peggio, per chi fruisse dell’aereo dal 24 dicembre al 6 gennaio, in quanto da Torino a Palermo, secondo i calcoli di Assoutenti, si dovranno sborsare 505 euro, mentre, sulla direttrice Pisa–Catania ce ne vorranno 492. Nella frequentatissima rotta da Torino a Catania, servono 422 euro. Da Verona a Palermo il prezzo rincara fino a superare i 500 euro, nei calcoli del Codacons. Al peggio non c’è mai fine, se la palma della tariffa, almeno finora, più alta è stata riscontrata sul Milano Linate–Catania con 844 euro. In questo caso vale l’espressione idiomatica, riferentesi alla casalinga di Voghera, la quale solo a sentire di dovere sborsare 844 euro per volare in Sicilia avrebbe declinato al plurale il nome della valuta, euri.
Gli interventi delle associazioni dei consumatori
Superfluo aggiungere, siano già intervenute le associazioni dei consumatori a segnalare l’emergenza all’Antitrust, al Ministero dei trasporti, all’Enac. Basterà per ridurre a più miti consigli le aziende di trasporto pubbliche e private?
A decifrare le intenzioni sembrerebbe di no, poiché la Regione Siciliana ha prorogato il bonus fino al 28 febbraio, ovvero il rimborso del 25% per i residenti, mentre le aerolinee hanno realizzato, proprio in funzione del contributo, di spingere l’acceleratore sull’incremento dei prezzi. Da aggiungere, la quieta inerzia delle autorità preposte. Sì, l’indifferenza governativa riguarda almeno due aspetti, l’inesistente intervento delle istanze di comparto, per punire disservizi delle compagnie aeree e ferroviarie: ritardi, mancata pulizia dei vagoni e degli aeromobili, disagi dei viaggiatori legati al mancato uso del finger o nelle stazioni, l’insufficiente assistenza. In secondo luogo, la tutela assente del ministero del turismo nei confronti dei visitatori italiani e stranieri, i quali non essendo residenti in Sicilia si trovano tartassati dalle tariffe esose, applicate sia nel comparto aereo quanto in quello ferroviario.
E, non finisce lì. Con i rincari dei carburanti come la mettiamo?
In soffitta, a guardare l’incremento del gasolio, pari al 6,4% rispetto all’anno precedente e il rialzo della benzina del 3%. Di riscaldare le case, di ricoverare anziani indigenti al caldo, inutile discuterne. Di tempo e spazio non ne rimangono, se non lo stretto necessario per augurare a quel siciliano in partenza da Firenze il prossimo 23 dicembre, buon viaggio con ITA Airways, al prezzo di 398 euro con rimborso della Regione di poco meno di 100 euro.
In procinto di ultimare il pezzo, due immagini letterarie si sono stagliate in mente, la prima legata al romanzo di Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, la successiva collegata alle abitudini di Leonardo Sciascia, quella di viaggiare in treno, leggendo, insonne, un giallo Mondadori. Ambedue a suggello di un’epoca, ormai dissoltasi.