Fra i tesori che la nostra Isola propone per chi ha il desiderio di farvi una vacanza ci sono i Laghetti di Cavagrande, ricadenti nella Riserva Naturale Naturale Orientata Cavagrande del Cassibile, nei territori di Siracusa, Avola e Noto. La riserva è estesa per 2.700 ettari ed è attraversata dal corso del fiume Cassibile, che dà il nome, oltre alla riserva, anche al quartiere siracusano conosciuto per il famoso armistizio dell’Italia con gli Alleati il 3 settembre 1943.
L’azione erosiva del fiume Cassibile e la collocazione sui monti Iblei
I Laghetti di Cavagrande si caratterizzano per la loro morfologia con un canyon profondo e piuttosto stretto, che è stato scavato nel corso degli anni per via dell’azione erosiva dello stesso fiume Cassibile. Oltre a ciò però a caratterizzarli è anche la temperatura fresca dell’acqua, che li rende una delle mete più ambite dai turisti nei mesi estivi.
La loro formazione la spiega la guida turistica Pietro Piazza, che sottolinea come la collocazione montuosa sia un’altra delle caratteristiche più importanti.
«I Laghetti di Cavagrande – afferma Piazza – nascono grazie all’azione erosiva del fiume Cassibile, che rappresentano le estreme propaggini orientali dei Monti Iblei. Questi ultimi geologicamente si sono formati circa sette milioni di anni fa e quindi quando dal mare, dove si trovava il Paleogolfo Ibleo, i movimenti tettonici della faglia europea e di quella africana portarono le province Siracusa e Ragusa a emergere dal fondo del mare e a solidificarsi. L’altopiano Ibleo è composto al 90 % da calcare bianco e l’azione degli agenti erosivi atmosferici e di quelli del fiume Cassibile ha scavato un canyon naturale, che è quello che vediamo oggi e che è tra i più lunghi degli Iblei».
I resti archeologici
La particolarità in senso naturalistico di questo sito sta nel fatto che «per secoli è stato incontaminato, ma nello stesso tempo è stato frequentato sin dalla preistoria. Abbiamo diverse evidenze archeologiche che sono riferibili all’età preistorica e all’età altomedievale. Andando verso il mare si trova la necropoli del Cassibile, che risale all’età del tardo bronzo e del ferro antico, con tombe a grotticella scavate da Paolo Orsi. Nel Medioevo la Cavagrande del Cassibile diventò luogo di rifugio per le popolazioni cristiane che sfuggivano agli attacchi dei musulmani, infatti si trova un insediamento rupestre chiamato Grotta dei Briganti, che è di età medievale».
La biodiversità
Anche qui la biodiversità ha un ruolo importante, perché «ci sono diverse specie vegetali e animali autoctone, infatti nella riserva si possono incontrare animali come la lucertola siciliana oppure una decina di orchidee. La bellezza dei Laghetti sono le grandi vasche scavate dall’azione erosiva del fiume Cassibile, dette in dialetto i ruvi. Nello stesso fiume c’è una sequenza di pesci, come la trota siciliana, oppure alcune specie di granchi di fiume. La riserva è frequentatissima dai turisti ed è un luogo che va protetto. Un luogo che suggerisco ai clienti, anche se non è per gruppi numerosi e di una certa età, data anche l’assenza di percorsi per disabili».







