In Italia la nuova generazione di narratori è sempre più pronta a farsi spazio, e lo fa anche, se non soprattutto, attraverso strumenti alternativi rispetto all’editoria tradizionale. Il fenomeno del self‐publishing, ovvero dell’auto-pubblicazione, è diventato un canale concreto per molti giovani autori che intendono pubblicare le loro opere in autonomia e raggiungere lettori senza passare necessariamente attraverso il filtro delle case editrici.
Il contesto: tra sfide e opportunità
Il panorama editoriale italiano presenta da tempo difficoltà strutturali per chi esordisce: scarsa disponibilità delle case editrici a investire, concorrenza elevata, poche risorse per promuovere autori emergenti. In questo scenario, il self‐publishing emerge come risposta alternativa. Per i giovani scrittori, pubblicare da sé significa assumere responsabilità nuove: non solo scrittura, ma editing, impaginazione, promozione, distribuzione. Come sottolinea un’analisi, «chi si autopubblica non deve occuparsi solo della scrittura, ma controllare tutta la filiera».
In Italia i numeri mostrano in ogni caso una crescita: per esempio, nel 2021 sono stati pubblicati oltre 16.000 titoli con modalità autopubblicate, un aumento del 56% rispetto all’anno precedente.
Il ruolo del self‐publisher
Per un giovane scrittore, scegliere il self‐publishing significa avere il controllo su più fasi del processo: dalla scelta del formato e della copertina, fino alla strategia di marketing. Le piattaforme digitali (come Youcanprint) mettono oggi a disposizione strumenti che fino a pochi anni fa erano accessibili solo alle case editrici. Questo modello offre flessibilità, rapidità di pubblicazione, libertà creativa.
Inoltre, per molti giovani, il self‐publishing può rappresentare un trampolino: alcune opere autopubblicate sono state successivamente acquistate da editori tradizionali, o hanno riscosso visibilità significativa proprio grazie alle comunità online.
Vantaggi e limiti
Tra i vantaggi: autonomia creativa, tempi più brevi, possibilità di sperimentare generi o formati meno “commerciali”. Tra i limiti: saturazione del mercato (ogni anno migliaia di libri autopubblicati), la difficoltà di emergere senza adeguata promozione, il fatto che la qualità editoriale non sempre sia garantita.
Verso il futuro
L’editoria italiana appare in mutamento. Il self‐publishing non è più una nicchia marginale, ma una realtà che interseca con l’editoria tradizionale.
Per i giovani scrittori, dunque, il consiglio è chiaro: trattare la propria opera con lo stesso rigore di un editore, considerare la promozione e la distribuzione come parte integrante del progetto, e non sottovalutare la qualità editoriale.








