Ci sono certi album che non sembrano invecchiare mai. Wish You Were Here (1975) dei Pink Floyd ne è l’esempio calzante perché cinquant’anni dopo, sta per tornare una nuova edizione celebrativa che arriverà il 12 dicembre 2025. L’idea di rivivere l’album con demo inediti, registrazioni live restaurate e un mix Dolby Atmos sembra un vero e proprio viaggio nel tempo.
La nascita di un capolavoro
Quando i Pink Floyd lo registrarono provenivano dal clamoroso successo di The Dark Side of the Moon. Provate a pensare alla pressione a cui erano sottoposti: come si fa a seguire un album che ha cambiato il corso della musica rock? La risposta fu un lavoro più introspettivo, frutto delle tensioni interne e del senso di alienazione che i membri della band stavano vivendo. Proprio questa vulnerabilità ha reso Wish You Were Here così autentico.
Una buona parte dell’album è dedicata a Syd Barrett, la voce originaria dei Pink Floyd, che lasciò il gruppo nel 1968. Si narra che durante le registrazioni, un uomo calvo e appesantito entrò in studio. Inizialmente, nessuno lo riconobbe, ma poi si resero conto che era proprio lui, Syd. Un’apparizione sorprendente, mentre stavano incidendo Shine On You Crazy Diamond, a lui dedicata. Una di quelle coincidenze che sembrano scritte dal destino.
Musica, immagini, critica sociale
Oltre al tributo a Barrett, l’album propone anche una feroce critica all’industria discografica. “Have a Cigar” prende in giro i discografici che vedono gli artisti come semplici prodotti da vendere. La battuta “By the way, which one’s Pink?” non era solo un’invenzione, ma qualcosa che un dirigente aveva realmente detto alla band.
E poi c’è la copertina iconica, firmata Hipgnosis, con due uomini che si stringono la mano mentre uno dei due prende fuoco. Non era un fotomontaggio: uno stuntman si bruciò davvero i capelli per ottenere quell’immagine. Oggi, guardandola, si capisce subito che quell’album parlava di rischi, compromessi e relazioni superficiali.
L’edizione dei 50 anni
Questa nuova edizione uscirà in vari formati: digitale, doppio CD, triplo vinile, Blu-ray e una Deluxe Box Set da collezione, che conterrà vinili speciali, un libro fotografico, poster e oggetti legati ai tour del ’75.
La parte più interessante, però, sono le registrazioni inedite: sei versioni demo e alternative, tra cui “The Machine Song,” che è l’embrione di “Welcome to the Machine”. Ci saranno anche concerti live del 1975 restaurati e un nuovo mix in Dolby Atmos (una tecnologia audio di ultima generazione che rende il suono tridimensionale e immersivo) realizzato da James Guthrie, promettendo una profondità sonora mai sentita prima.
Perché ascoltarlo oggi
Riascoltare Wish You Were Here oggi significa tornare a un tempo in cui la musica non era solo consumo veloce, ma un’esperienza. È un disco che ci invita a rallentare, ad ascoltare davvero e a lasciarci trasportare. E forse questo è il suo segreto: non parla solo dei Pink Floyd o di Syd Barrett, ma di chiunque abbia mai sentito la mancanza di qualcuno, il senso di disillusione o la nostalgia.
Cinquant’anni dopo, il messaggio è ancora forte e chiaro. È bellissimo sapere che, tra vinili, demo, foto e nuovi mix, possiamo ancora dire: Vorrei che fossi qui.
Sveva Scocco