Un luogo che accoglie varie specie di flora, ma soprattutto di fauna, in un luogo noto purtroppo per l’inquinamento atmosferico. Stiamo parlando della Riserva Naturale Orientata Saline di Priolo, istituita nel 2000 e data in gestione alla Lega Italiana Protezione Uccelli. Per via della presenza di diversi stabilimenti industriali nella zona fa parte di un piano di disinquinamento che viene portato avanti dal Ministero dell’Ambiente e anche dei confini dei siti inquinati di interesse nazionale con l’obbligo di legge per la sottoposizione a bonifica.
Oltre alla sua posizione geografica ciò che rende la Riserva delle Saline di Priolo unica è la presenza di diverse specie di fauna, in particolar modo di uccelli, che lì vengono sia a nidificare che a svernare, ma anche di tartarughe caretta caretta, e anche di specie di flora, come quelle appartenenti alla macchia mediterranea o alla vegetazione tipica delle zone umide.
Estate stagione complessa, ma strepitosa…anche per le tartarughe
Il direttore della Riserva, l’ornitologo Fabio Cilea, ha fatto un bilancio dell’estate appena trascorsa, sia riguardo all’affluenza turistica che alle emergenze dovute agli incendi. Un evento del genere nel 2019 arrecò non pochi danni.
«Abbiamo gestito il tutto – ha detto Cilea – con grande attenzione, amore e passione. Ovviamente ci sono periodi e periodi. Quello estivo è sia più complesso per via del rischio incendi, per il quale teniamo sotto controllo la riserva nelle ore più calde e nelle giornate più pericolose, ma anche più fruttuoso, dato l’alto afflusso di turisti e bagnanti della vicina Marina di Priolo, che in alcuni contesti di divertimento estivo a cui siamo abituati creano una certa pressione. Ma quella estiva è una stagione esaltante e affascinante, anche perché è la stagione riproduttiva della tartaruga caretta caretta. Quest’anno abbiamo avuto due nidi monitorati con grande passione attenzione da volontari Lipu con un progetto di monitoraggio della spiaggia per le emersioni. Dopo 50-60 giorni inizia la schiusa. Tra l’altro quest’anno sono tornati i fenicotteri».
Uccelli soprattutto, ma non solo
Ma ovviamente il tutto, come abbiamo detto, non si ferma soltanto ai fenicotteri e alle tartarughe caretta caretta, in quanto «il fiore all’occhiello dell’area, che è umida e costiera, sono gli uccelli, che cambiano di stagione in stagione. Ci sono quelli primaverili, quelli autunnali, quelli che svernano da noi e quelli che nidificano. Ogni stagione offre un motivo per visitare la riserva. In inverno ci sono le anatre, il falco di palude e quello pescatore, i cormorani. La primavera è il periodo della nidifcazione, con specie di grandissimo interesse conservazionistico, il fraticello, la moretta tabaccata, il pollo sultano. Tutte specie che possono vivere lì tutto l’anno. Gli aironi sono abituati a volare di notte e tutto il giorno stanno nell’area del pantano. Osservarli e guardarli ha un fascino particolare e li rende unici. Poi c’è l’animale più rappresentativo, che è il fenicottero, che era andato via nel 2022 per azioni scellerate, come lo sparo di fuochi di artificio. Quest’anno è tornato. Ci sono anche mammiferi, che sono timidi e per i quali le foto trappole catturano parecchie immagini. L’istrice è un arrivo recente e che vediamo sempre più presente. Poi abbiamo anche rettili, come la biscia d’acqua e altri tipi».
I prossimi progetti
Con l’arrivo della stagione fredda non mancano i progetti di ricerca e di crescita della riserva, anche per attrarre un numero sempre maggiore di frequentatori.
«Alcuni progetti sono stati portati avanti assieme al Comune di Priolo Gargallo a breve saranno completati. Altri mirano alla creazione di nuove aree umide, che rientrano nel sistema delle aree protette della Regione Siciliana, che attraverso l’Assessorato Territorio e Ambiente ha avviato un’azione di gestione, di confronto e di valorizzazione che sta portando anche a esperienze di divulgazione e di conoscenza del territorio. I nostri programmi sono rivolti sia alle famiglie che agli studiosi e continueremo la nostra collaborazione per lo sviluppo rurale, anche per la ricostruzione dei capanni dopo l’incendio del 2019. La nostra riserva è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 18 in estate e dalle 9 alle 17 nel periodo invernale. In questo momento abbiamo due sentieri, uno dei quali porta al capanno 3, nel quale si possono vedere i fenicotteri».
Giuliano Spina