La città di Catania in prima serata su Rai Storia. E’ quanto accaduto lo scorso lunedì 15 settembre in occasione della trasmissione Viaggio in Sicilia, condotta dalla scrittrice Simonetta Agnello Hornby e dell’illustratore Massimo Fenati.
Il giro sull’Etna tra lava e vino
La puntata ha visto come prima tappa l’Etna, per la quale il paesaggio è stato definito come lunare, e in questo caso Simonetta ha avuto modo di rievocare i suoi ricordi di bambina, quando andò in montagna e rimase piacevolmente sorpresa in particolar modo dalla presenza della neve.
Così i due hanno visitato i luoghi che sono stati segnati dalle eruzioni avvenute dall’Ottocento in poi, che hanno fatto notare come la lava del vulcano abbia contribuito a far nascere specie rare di piante, come la saponaria. A completare il viaggio sull’Etna una visita ai viticoltori presenti sul vulcano, in un palmento sul versante sud-est del vulcano, dove gli storici produttori dei vini hanno illustrato le particolarità dei loro prodotti assieme alle tradizioni storiche che accomunano ognuno di loro.
L’approdo a Catania tra i vicoli della città
In seguito il viaggio è proseguito all’interno di Catania, mostrando così la distonia esistente tra la quiete della montagna e quello che invece è il caos cittadino. Luogo cardine della visita in città lo storico mercato della pescheria, all’interno del quale è possibile gustare il buon pesce e che rappresenta uno dei punti più caratteristici della città. L’occasione è stata buona anche per immergersi in quello che è il cibo tipico catanese, come il pesce fritto, gli arancini e tanto altro.
Ed ecco il momento dell’arrivo della scrittrice Maria Attanasio, che ha raccontato il modo attraverso il quale la città è nata e si è evoluta nel tempo, con la costruzione sulla pietra lavica. Un giro nel centro cittadino, fatto da Simonetta e Maria, che hanno pure mostrato come queste viuzze abbiano ispirato anche alcune operare di registi e scrittori. La puntata si è conclusa nella grotta del fiume Amenano, che scorre copioso sotto piazza Duomo e che in un tempo sfociava fuori dalla villa Pacini, quando l’attuale piazza Borsellino era ancora occupata dal mare.
Giuliano Spina