Un’altra stretta sul reddito di cittadinanza. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha infatti annunciato la “riduzione da 8 a 7 mesi” delle mensilità che nel 2023 spetteranno ai lavoratori “occupabili”, confermando le indiscrezioni emerse negli ultimi giorni.
In tal modo, il governo libera 200 milioni di risorse da destinare ad altri capitoli di spesa. Ma per chi rischia di vedersi togliere il sussidio si tratta di un altro duro colpo.
Cosa accadrà dal 1° gennaio 2023
Per le persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) il reddito di cittadinanza verrà riconosciuto solo per 7 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili.
Nel testo della manvora inviato alle Camere vengono introdotte anche altre novità. A partire dal 2023 anche chi rifiuterà una sola offerta di lavoro perderà il beneficio e sarà obbligatorio frequentare un corso di formazione o riqualificazione professionale (pena la decadenza del sussidio).
Il reddito di cittadinanza dunque non verrà tolto a tutti i percettori, ma solo a coloro che sono tenuti a sottoscrivere il patto per il lavoro, hanno meno di 60 anni e nel cui nucleo familiare non ci sono disabili, minorenni o persone con più di 60 anni.
Nel 2024 poi ci sarà una nuova revisione della misura, ma in ogni caso la maggioranza ha fatto capire che chi è “inabile” al lavoro potrà continuare a contare sul supporto dello Stato.
Gli occupabili
Per gli “occupabili” la situazione sarà molto diversa. A partire da agosto quei percettori che nei restanti mesi del 2023 hanno già ricevuto sette mensilità si vedranno togliere il sussidio.
Secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio la stretta decisa dal governo Meloni potrebbe far perdere il beneficio al 38.5% dei nuclei familiari (e al 23% delle persone) che oggi lo ricevono, circa 400mila famiglie e oltre mezzo milione di individui.
Dal 2023 per quei datori di lavoro che puntano sui beneficiari del Rdc è previsto uno sgravio sui contributi per il primo anno.
Chi assume un percettore di reddito di cittadinanza a tempo indeterminato avrà diritto per un periodo massimo di dodici mesi all’esonero dal versamento del 100 per cento dei complessivi contributi previdenziali con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro nel limite massimo di 6mila euro.