Anche per oggi, la Protezione Civile ha diramato l’allerta arancione a causa del maltempo. Moltissimi comuni hanno scelto di chiudere le scuole e i pubblici uffici per evitare che la forte pioggia, con i conseguenti allagamenti e nubifragi, possa creare ulteriori danni.
A fronte delle numerose alluvioni che stanno colpendo il territorio nazionale e regionale occorre però domandarsi se il territorio, inteso come istituzioni, associazioni e cittadinanza, sia pronto realmente ad affrontare questi rischi.
La protezione civile e le associazioni che la supportano, come ad esempio Anpas, hanno sempre sostenuto la necessità di un piano comunale di emergenza e di una corretta informazione tra i cittadini. Ricordiamo che il piano di emergenza comunale è un documento ufficiale che permette di organizzare e gestire al meglio le strutture e le risorse umane a fronte di una qualsiasi calamità attesa nel territorio comunale.
In realtà, la situazione è ben più drammatica: non soltanto i piani comunali di emergenza sono quasi del tutto assenti, ma la comunicazione è rilegata a sporadiche campagne.
Osservando il sito della protezione civile della regione Sicilia, è possibile notare che i piani sono tutti ancora in fase di progettazione o, al massimo, in fase di esecuzione. Sono pochissimi, invece, quelli certificati, come in provincia di Messina o di Siracusa.
É lecito, dunque, domandarsi come questo sia possibile e come questo influisca sui soccorsi. Probabilmente, a rallentare il processo di creazione di questi piani si trovano le lungaggini burocratiche, oltre che il costo non indifferente.
A rendere ancora più difficoltosa la gestione delle emergenze, come dicevamo, anche la mancanza di informazione ai cittadini.
Sporadicamente, possiamo trovare in qualche piazza uno stand della Protezione Civile o di qualche associazione impegnata a spiegare come affrontare i rischi (si pensi ad esempio alla campagna Io non rischio). Ma limitarsi a questo può non essere sufficiente ed ecco perchè sarebbe necessario incrementare la stessa formazione dei cittadini. Sono tantissimi, infatti, che non conoscono i comportamenti corretti da tenere in caso di calamità.
Agire in maniera corretta sarebbe, infatti, un reale sostegno alle associazioni di volontariato che affrontano le reali conseguenze del disastro, già in condizioni spesso difficoltose e con pochi mezzi a disposizione.
Come affrontare le alluvioni ( dalla protezione civile)
Se sei in un luogo chiuso
– Non scendere in cantine, seminterrati o garage per mettere al sicuro i beni: rischi la vita.
– Non uscire assolutamente per mettere al sicuro l’automobile.
– Se ti trovi in un locale seminterrato o al piano terra, sali ai piani superiori. Evita l’ascensore: si può bloccare. Aiuta gli anziani e le persone con disabilità che si trovano nell’edificio.
– Chiudi il gas e disattiva l’impianto elettrico. Non toccare impianti e apparecchi elettrici con mani o piedi bagnati. Non bere acqua dal rubinetto: potrebbe essere contaminata
– Limita l’uso del cellulare: tenere libere le linee facilita i soccorsi.
– Tieniti informato su come evolve la situazione e segui le indicazioni fornite dalle autorità
Se sei all’aperto
– Allontanati dalla zona allagata: per la velocità con cui scorre l’acqua, anche pochi centimetri potrebbero farti cadere.
– Raggiungi rapidamente l’area vicina più elevata evitando di dirigerti verso pendii o scarpate artificiali che potrebbero franare.
– Fai attenzione a dove cammini: potrebbero esserci voragini, buche, tombini aperti ecc.
– Evita di utilizzare l’automobile. Anche pochi centimetri d’acqua potrebbero farti perdere il controllo del veicolo o causarne lo spegnimento: rischi di rimanere intrappolato.
– Evita sottopassi, argini, ponti: sostare o transitare in questi luoghi può essere molto pericoloso.
– Limita l’uso del cellulare: tenere libere le linee facilita i soccorsi.
– Tieniti informato su come evolve la situazione e segui le indicazioni fornite dalle autorità.
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