È entrata nel vivo la progettazione della mostra “Comizi d’amore. Dimensione di genere, agire affettivo e vissuto nei luoghi” che sarà inaugurata il prossimo 24 giugno presso la Farm Cultural Park di Mazzarino (Cl), nel centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini.
Fra l’1 e il 3 aprile, il curatore della mostra, Carlo Colloca, docente di sociologia urbana presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, dell’Università di Catania, insieme con Stefania Mazzone, docente di storia delle dottrine politiche (DSPS) e Marco La Bella, docente di scienza politica (DSPS), componenti del team di progettazione, sono stati a Mazzarino, insieme con studenti, dottorandi e ricercatori del DSPS per raccogliere testimonianze ed immagini del territorio che saranno raccontate dall’evento espositivo.
Film “Comizi d’amore”
La mostra si ispira al film-documentario Comizi d’amore (1964) di Pasolini, il cui paradosso di quel film-inchiesta è rappresentato dal modo di considerare la sessualità, ma con essa anche la figura femminile estremamente legata al binomio donna e madre di famiglia, soprattutto in alcune realtà arretrate e povere del Paese.
Ne esce un quadro dove la donna svilisce sé stessa e non sa orientarsi entro quelli che dovrebbero essere i suoi diritti, tristemente schiacciata dai doveri che socialmente le sono imposti.
L’intento del curatore è proporre, con il patrocinio del DSPS, e in particolare con il coinvolgimento delle aree della Terza Missione e dell’Inclusione, pari opportunità e politiche di genere, una mostra che evidenzi «attraverso il racconto del rapporto fra Pasolini e la Sicilia, quanto la città, nella sua frammentarietà, è diventata estranea a coloro che la abitano.
Le donne sono quei soggetti sociali che più di altri vivono tale ‘estraneità’ perché c’è uno stretto rapporto tra le loro pratiche urbane, necessariamente mobili, le trasformazioni dell’organizzazione del lavoro e della produzione, la dispersione dei servizi.
Farm Cultural Park
La cofondatrice di Farm Cultural Park, Florinda Saieva, ha ricordato come la mostra rientri in progetto più ampio della Farm, ossia “Radical She” «una quadriennale dedicata alle donne, uno spazio di inclusione, non solo fisico, dove le parole e i racconti trovano cittadinanza facendo dialogare la dimensione artistica con quella del riconoscimento dei diritti».
Per la progettazione della Mostra l’agenzia fotogiornalistica Gerta Human Reports (https://gertahumanreports.com/) ha lanciato un concorso fotografico al quale si invitano a partecipare anche docenti e studenti dell’Ateneo di Catania.
All’allestimento della mostra lavorano anche gli architetti Roberta Pastore, Nico Pistone e Federica Barbarino, con la collaborazione degli studenti del Corso di Laurea di Architettura dell’Università degli Studi di Enna KORE, coordinati dal prof. Maurizio Oddo.