Il Castello di Carini, nel Palermitano, è un altro di quei luoghi che “ospitano” leggende e che sono quindi impregnati di mistero. La protagonista di questa storia è la baronessa Laura Lanza di Carini, conosciuta più semplicemente come Baronessa di Carini, che nel 1563 venne assassinata dal padre, Cesare Lanza, che la ritenne rea di adulterio.
Da allora si è sparsa la leggenda che all’interno di questa splendida costruzione la sua mano insanguinata abbia lasciato una traccia indelebile sul muro del castello. Nello specifico si dice che ancora oggi la sua impronta appaia agli occhi di chiunque vi entri, come una sorta di simbolo del suo dolore e come testimonianza del suo tragico destino.
La leggenda della sua ombra dentro al castello
Inoltre si dice che la sua ombra giri sempre dentro al castello e si parla anche di una ballata popolare che la sua storia ha tramandato nel corso del tempo. Il motivo per il quale Lucia venne uccisa dal padre il 4 dicembre del 1563 fu quello di essere stata trovata assieme al suo amante Ludovico Vernagallo, un atto visto dal padre Cesare come un affronto alla famiglia, come spiega l’istruttore operativo direttivo del Castello di Carini, Mariella Russo.
«La leggenda – ha detto la Russo – è stata tramandata dopo fatti accaduti realmente e si tratta di un’impronta che resterà nel tempo, come dice la leggenda popolare. In questo caso però parliamo di un eccidio realmente accaduto il 4 dicembre 1563 all’interno del maniero. Ovviamente la realtà dei fatti è stata oscurata dal casato e quindi solo successivamente nell’Ottocento è stata ripresa da alcuni studiosi, in particolar modo dal Salomone Marino, che ha fatto 400 versioni nelle quali confondeva il nome di Laura con quello di Caterina. Questo perché il casato, avendo oscurato tutto, rendeva difficile recuperare i dati e testimonianze storiche».
Il matrimonio di interesse e l’amante segreto
«Oggi la realtà è venuta fuori, nel senso che questo matrimonio c’è stato, quello tra Vincenzo IV La Grua Talamanca e Laura Lanza di Trabia. E’ stato comunque un matrimonio di interesse, voluto da entrambi i casati per dare lustro a queste famiglie nobiliari. Poi pare che questa donna amasse Ludovico Vermagallo, appartenente a una famiglia proprietaria del sito di Montelepre, anch’essa benestante. La ragazza sposò Vincenzo, che era anche Barone di Carini, ad appena 14 anni e pare che questa storia sia continuata per anni e che il Barone avesse diseredato i figli, anche se anni dopo li ha dovuti riconoscere per mantenere il casato».
La storia parla di reato di adulterio da parte di Laura, in quanto «il padre di Laura fu chiamato dal marito mentre lei era con Ludovico e dopo quest’ultimo e Laura furono chiusi in una stanza del castello. Secondo la legge del tempo il reato di adulterio era punibile con l’eccidio».
Gli studi recenti
Ma alcuni studi recenti hanno rivisto questa storia e parlano del fatto che «in realtà non fu il padre a ucciderla e pare che dietro ci fosse un altro personaggio. Questo ancora è in fase di studio e non si sa ancora dove questi corpi siano sepolti. C’è stata di recente una conferenza tra alcuni studiosi, che avrebbero ritrovato dei documenti che attesterebbero che quando il padre arrivò lì la Baronessa fosse già morta. Il mito comunque non si perde, anche se pare che sia stata trovata una lettera che il padre inviò a Carlo V nella quale si giustifica per quello che era successo. Pare anche che sia stata messa in carcere e poi liberata».