
Per la popolazione sono eroi, protagonisti indiscussi di applausi e complimenti ad ogni sfilata delle istituzioni. Ma le condizioni in cui lavorano i Vigili del Fuoco catanesi sono disastrose: ora senza autoscala, ora senza telo gonfabile da salto, ma con il fil di ferro sempre in tasca.
“Sono gli effetti della spending review voluta dal governo Monti” ci spiega Carmelo Barbagallo, sindacalista USB, affiancato dagli altri colleghi in protesta davanti la sede di via Cesare Beccaria.
“Le nostre sedi sono fatiscenti, i mezzi cadono a pezzi da 20 anni e siamo costretti a rattopparli quotidianamente con il fil di ferro, abbiamo una carenza di 90 lavoratori, non facciamo più corsi di formazione e il servizio lavanderia è completamente in tilt da 6 mesi”.
Ma non finisce qui. “Non abbiamo l’assicurazione INAIL – continua Barbagallo – quindi se ci facciamo male o ci ammaliamo a causa del lavoro altamente usurante, non siamo tutelati da nessuno. Hanno allungato l’età pensionabile a 60 anni ma è impensabile che un vigile del fuoco riesca a stare in una squadra operativa attiva a quell’età. Il telo gonfiabile per le evacuazioni è stato dismesso perché non più omologato ma non è mai stato ripristinato: questo è scandaloso”.
Eppure, tutto può succedere in una terra ad alto rischio sismico, soggetta a pericolose bombe d’acqua che, tra l’altro, l’estate scorsa ha contato 13mila interventi causati da incendi. Catania, infatti, è la terza città per numero di interventi su tutto il territorio nazionale e il nucleo sommozzatori è primo in Sicilia e terzo in Italia. Nonostante ciò, è stato soppresso il turno notturno.
Cosa chiede l’USB? Il rinnovo del contratto scaduto da 8 anni, adeguati corsi di formazione, mezzi e uomini per lavorare in sicurezza. Le frecciatine non sono rivolte soltanto al Ministero dell’Interno ma anche, e soprattutto, agli altri sindacati silenti.
“Oggi il Comune di Catania, la Multiservizi e la Protezione Civile – conclude Barbagallo – ci hanno assicurato l’impegno per mettere in sicurezza le sedi e per rappresentare le nostre esigenze a livello nazionale. Pretendiamo il rilancio del soccorso etneo, non accettiamo queste condizioni di costante e alto pericolo per i cittadini e per noi stessi”.