Catania-Siracusa, Catania-Palermo, Catania-Caltagirone. Sono queste le tratte che a partire da giugno saranno sospese per cedere il posto ai bus.
Un attentato alla quotidianità dei tanti pendolari che dovranno salutare i treni regionali ed affidarsi ai mezzi pubblici non sempre puntuali, senza dimenticare una durata del viaggio maggiore.
La Sicilia, infatti, passerà da un’offerta di servizi pubblici pari a 12,7 chilometri l’anno per abitante a 9,9 chilometri per abitante: una scelta che rilega l’Isola in fondo alla classifica italiana.
Nel concreto, dunque, cosa cambierà almeno fino all’11 settembre? Quasi quattro ore allontaneranno, per esempio, i pendolari che quotidianamente si recano da Palermo a Catania e viceversa. Un’altra questione che recherà ulteriori disagi è un “buco” tra le 6 e le 9 che costringerà i lavori a ricorrere alla macchina o persino ai pullman regionali.
«Abbiamo preso atto degli investimenti con l’incentivazione dei treni turistici come Cefalù Line sulla Punta Raisi-Palermo-Cefalù, sulla Siracusa-Modica-Ragusa con i Barocco Line e novità di quest’anno con i Taormina-Catania Line. Una domanda ci sorge spontanea: pensare al settore turistico è cosa buona e giusta ma come in tutte le attività per assicurare i servizi al turista c’è un popolo di lavoratori che deve spostarsi per raggiungere i luoghi di lavoro», si chiede Giosuè Malaponti, presidente del Comitato Pendolari Siciliani – Ciufer, in una lettera all’assessore regionale ai Trasporti, Marco Falcone.
«Infatti, – si legge nella nota – se da un lato si incrementano le corse (Line) per dar modo al turista e al turismo estivo-festivo, dall’altro se diamo un’occhiata ai treni festivi sulla Messina-Palermo, sulla Messina-Catania-Siracusa, Siracusa-Ragusa, sulla Palermo-Agrigento e sulla Palermo-Trapani ci rendiamo conto che non vi è alcun treno assicurato nelle fasce orarie lavorative 06.00-09.00».
Le richieste
«Che cosa chiediamo? È presto detto», prosegue Malaponti.
«La Regione Siciliana, committente del servizio di trasporto ferroviario regionale, comunque paga il dovuto all’impresa ferroviaria per i 65 treni circolanti nelle domeniche e nei festivi. Per onestà intellettuale, il servizio c’è seppur ridotto al minimo ma non garantisce gli orari dei primi treni del mattino. A luglio dell’anno scorso avevamo chiesto al Dipartimento Trasporti Regionale nel predisporre la bozza oraria 2020-2021 di riprogrammare gli orari garantendo la continuità del servizio nelle fasce orarie pendolari (06.00/09.00) anche la domenica e nei giorni festivi tenuto conto che anche in questi giorni vi sono lavoratori che devono spostarsi per assicurare dei servizi ai cittadini avendo pagato un abbonamento (mensile-settimanale) per un servizio che, in effetti, c’è, ma non garantisce gli spostamenti lavorativi».
«Chiediamo al Dipartimento Trasporti -conclude il presidente del Comitato Pendolari Siciliani – Ciufer- voler inserire nella programmazione dell’orario 2021-2022 gli orari di partenza dei primi treni del mattino dei giorni feriali nella fascia pendolare 06.00/09.00 a garanzia della continuità del servizio pendolare».
E.G.