Università Bandita. Perché l’assessore Razza tace?
L'intervista al Segretario Generale FP CGIL, Gaetano Agliozzo

Università Bandita. La eco dello scandalo, da Catania rimbomba fino a Palermo, in Piazza Ottavio Ziino, lasciando tuttavia indifferente il padrone di casa al civico 24, l’assessore Ruggero Razza.
Dalla sua nomina, l’Università ha giocato un ruolo determinante nel comparto sanitario e nella copiosa mole di lavori sviluppati dal suo dipartimento. Eppure, non una sola parola è proferita sulla questione.
L’imbarazzo per questa “Università Bandita” vince sulla necessità di rivedere un certo “ordine costituito”?
A chiedere a gran voce conto e ragione all’assessore con una nota è Gaetano Agliozzo, Segretario generale FP CGIL Sicilia che raggiungiamo telefonicamente.
FP CGIL, con una nota, ha posto la domanda delle domande: a fronte delle indagini sull’Università di Catania, l’assessore Ruggero Razza dov’è? Perché tace? Quale sarà il futuro della sanità regionale siciliana?
«Il problema attiene a tutte le aziende sanitarie e ai Policlinici, soprattutto a Palermo, Catania e Messina perché per le nomine dei direttori c’è l’incipit dei rettori. Questo è il sistema che fino adesso ha governato le aziende sanitarie dove c’è la gestione universitaria come al Policlinico di Catania».
Cosa ne pensa della presenza costante nella sanità della moglie del Magnifico dimissionario?
Una volta assessore, Ruggero Razza ha nominato Francesca Catalano consulente alla Sanità. Poi si è presentata vincendo le elezioni all’Ordine dei Medici. Dopo, Diventerà Bellissima le ha consegnato il coordinamento provinciale. Il nome di Francesca Catalano, figura infine nella rosa dei papabili assessori comunali nella giunta di Salvo Pogliese.
«Questo investe la politica e non voglio entrare nel merito. Piuttosto mi chiedo quello che farà adesso il governo regionale. Noi abbiamo sempre detto che molto spesso le nomine dei manager della Sanità sono sempre mischiate all’interno della politica. Noi ci saremmo auspicati un cambiamento, invece abbiamo visto che hanno ruotato sempre i soliti nomi. In Sicilia, nella Sanità siciliana, si continua ad agire su logica politica, non per meriti ma per appartenenze. E questo sistema certamente va cambiato».
Queste non sono ipotesi ma dati di fatto sotto gli occhi di tutti.
«Oggi abbiamo problemi a dare ai cittadini delle risposte che mancano. C’è una rete ospedaliera che è monca. Le assunzioni promesse e annunciate, eppure ancora tardano a essere effettive. Si deve stabilizzare tutto il mondo del precariato e c’è un sistema che va rivisto. Sicuramente bisogna accelerare i tempi e dare la possibilità a chi continua a operare da precario nel mondo della Sanità, oltre a un riconoscimento per il lavoro che in questi anni ha svolto».