Una leggenda avvolge Scordia. La Grotta del Drago è sita a qualche chilometro a nord-ovest del centro abitato, in prossimità di Urgu Tintu. Qui un tempo scorreva il torrente Cava che attraversava l’intera zona, fino a giungere nel Biviere di Lentini.
Secondo diversi studi geologici il luogo era predisposto alle abitazioni, infatti le grotte artificiali (circa 20) testimoniano l’evidente occupazione da parte dell’uomo. L’acqua del torrente Cava è stata fonte di vita ed ha permesso l’insediamento umano nell’epoca del medioevo. In tempi più recenti, gli anziani del luogo, testimoniano che la zona era abitata da famiglie di contadini, gente che viveva di agricoltura e pastorizia. Lungo il torrente le donne si recavano con pesanti “trusce” sulla testa ed una tavola per lavare i loro panni. Eppure non si comprende il perchè questo luogo ha nomi così misteriosi.
Grotta del Drago ed Urgu Tintu
Diverse sono le leggende che spiegano l’etimologia dei nomi: sembrerebbe che un mostro gigantesco e dall’aspetto orribile vivesse proprio in quella zona, era probabilmente un drago nascosto all’interno di una grotta. Alcuni raccontano che a nascondersi tra le grotte della zona fosse soltanto un gigante dall’aspetto cupo e cattivo, “tintu” appunto. Il costone roccioso prende quasi la forma di questo mostro che sembrerebbe essere rimasto intrappolato ad Urgu Tintu. Un mistero che non trova soluzioni e che viene ampliato dai racconti degli anziani. La Grotta del Drago ed Urgu Tintu sono in ogni caso territori vicinissimi e che conservano un trascorso storico non indifferente. La zona è stata recuperata da un gruppo di volontari dopo anni di abbandono. Oggi è un ecomuseo riconosciuto dalla Regione Siciliana presso il quale vengono organizzati diverse escursioni all’insegna della scoperta del territorio e delle tradizioni culinarie, culturali, folkloristiche con interessanti spettacoli di falconeria.