Il Labirinto di Arianna è un’opera d’arte contemporanea che fa parte della Fiumara d’Arte, si trova in prossimità del comune di Castel di Lucio, sui Nebrodi, in provincia di Messina.
La leggenda di Arianna, principessa di Creta, affonda le sue radici nell’antica Grecia. Si narra che Arianna, innamoratasi di Teseo, avesse realizzato un gomitolo per poter ritrovare la strada del labirinto di Cnosso in cui si rifugiava il Minotauro.
Il labirinto di Arianna facente parte della fondazione di Fiumara d’Arte è stato invece realizzato sulla cresta di un colle nel 1990 dall’artista Italo Lanfredini. Assume un significato diverso rispetto alla leggenda citata. Bisogna in primis considerare che il progetto del museo a cielo aperto della Fiumara d’Arte di Antonio Presti ripercorre idealmente il tracciato del fiume con lo scopo di valorizzare il territorio attraverso l’arte contemporanea. Infatti, le opere realizzate si inseriscono nel paesaggio collinare, in punti panoramici distanti dal centro abitato.
Un viaggio spirituale all’interno del Labirinto di Arianna
La scultura è in cemento e tinteggiata color corallo. La forma della porta d’ingresso al labirinto richiama l’organo genitale femminile da cui si viene in vita. Si cammina pensando di fare un percorso preciso dato che non vi sono né bivi né biforcazioni, perdersi è impossibile. Eppure, d’un tratto si viene assaliti dal senso di smarrimento. Il percorso è composto da tratti in discesa e da altri in salita. Inizia cosi un viaggio che affronta il tema dell’ascesa verso la purezza grazie al cammino lungo e faticoso. Il percorso si conclude quando, giunti al centro del labirinto, ci si trova dinanzi ad un albero di ulivo. Pianta che ha la capacità di resistere a tutti gli affanni e vivere per millenni. Simbolo di rinascita, di maternità, di vita.
Il viaggio all’interno del labirinto di Arianna è un viaggio ricco di significati, dalla quale si esce con delle consapevolezze in più sul senso della vita. “Il labirinto – recita il testo della fondazione – è riflessione, è spiritualità che deriva da una sorta di “maternità”, espressa in un dolce concentrico svolgersi di cerchi culminante in una aspirazione all’alto, al sublime”.