Una ricerca mista: a cavallo tra genere, sessualità, cultura digitale e mito. Si tratta del filone artistico seguito da Elisa Giardina Papa, artista e docente universitaria siciliana basata a New York, nella sua opera U scantu: a disorderly tale inaugurata a Edimburgo il 29 febbraio. La mostra segna la prima presentazione personale del lavoro dell’artista sicula nel Regno Unito e si svolgerà dal 1 marzo al 19 maggio.
Esposta per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 2022, U scantu riunisce sculture in ceramica e un’installazione video per esplorare la tradizione popolare delle donne di fora: figure appartenenti al folclore siciliano considerate metà streghe e metà fate. Donne «fuori da se stesse» che incarnano una serie di qualità opposte: metà guaritrici e metà vendicative, esseri umani e animali, eretiche e magiche, femminili e mascoline.
L’artista, in questo lavoro, tenta di reinventarle e renderle adolescenti sintonizzatori che attraversano il paesaggio urbano utopico abbandonato di Gibellina Nuova – «museo a cielo aperto» nella Sicilia occidentale – a bordo delle loro biciclette personalizzate con potenti sistemi audio. Un incontro tra tradizione e post-moderno: la mostra intervalla scene degli accordatori moderni con motivi testuali e visivi che attingono da una raccolta di favole siciliane del XIX secolo, dai ricordi d’infanzia dell’artista riguardanti canzoni e storie raccontate da sua nonna, e dai processi dell’Inquisizione che perseguivano quelle donne ritenute streghe.
La pratica artistica basata sulla ricerca di Giardina Papa, esposta anche al MoMa di New York, esplora conoscenze e desideri perduti o dimenticati, squalificati e resi insensati: attraverso un’incorniciatura critica ma poetica e ironica, lavora su installazioni video su larga scala, film sperimentali e progetti artistici basati su internet. L’artista è anche membro fondatore del collettivo artistico Radha May. Insieme all’artista indiana Nupur Mathur e all’artista ugandese Bathsheba Okwenje creano performance e installazioni artistiche che rivelano storie nascoste e siti periferici, esplorando la loro relazione con il genere, la sessualità e il colonialismo.