Da oggi in sala,“Primadonna”, opera prima di Marta Savina, ispirato a un fatto vero, avvenuto nella Sicilia anni Sessanta, con Europictures “.
È il racconto romanzato della storia di Franca Viola che nel 1966 rifiutò il “matrimonio riparatore”, previsto dalle leggi dell’epoca dopo la cosiddetta “fuitina”, contestando al suo rapitore e stupratore di essere stata consenziente.
Bisognerà attendere però il 1981 perché il “matrimonio riparatore”, che estingueva il reato di stupro, venga definitivamente cancellato dal codice penale.
Il film in lingua siciliana
Girato in siciliano stretto (con tanto di sottotitoli) il film, già al London Film Festival e ad Alice nella Città (dove ha vinto il Concorso Panorama Italia), racconta appunto di Lia Crimi (Claudia Gusmano), ventun anni, una ragazza semplice e solida che ama dissodare i campi col padre (Fabrizio Ferracane) e ha una sola debolezza: una simpatia per Lorenzo Musicò (Dario Aita), figlio del boss locale.
Quando Lorenzo, però, la rapisce e la violenta, seguendo il collaudato rituale della “fuitina”, lei non ci sta e lo denuncia ai carabinieri. Da qui iniziano per Lia e la sua famiglia l’inferno del tribunale e la persecuzione da parte di mafiosi e paesani.
Prodotto da Capri Entertainment con Italia Francia con Medset Film, in associazione con Tenderstories, in collaborazione con Rai Cinema, Vision Distribution e Sky.
«Sono partita dall’idea che gli esseri umani sbaglino – spiega la regista – al di là del fatto di essere uomo e donna. Non c’è in questo film il vero cattivo. Lo stesso Lorenzo non è un vero antagonista. Il fatto che si ritrovi a fare cose atroci non dipende neppure da lui. Per lui è normale, solo quando si ritrova in tribunale capisce forse di aver sbagliato».