Nella mattinata del 21 maggio, la Polizia ha dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misura cautelare della custodia in carcere, emessa in dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di B. F. (classe 1974), pregiudicato, ritenuto responsabile del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Il provvedimento restrittivo scaturisce da una denuncia di un imprenditore locale nel settore della vendita all’ingrosso di cialde di caffè. L’uomo aveva fornito all’indagato, anch’egli titolare di fatto di un’azienda operante nel medesimo settore, merce per un costo complessivo di poco meno di 30.000 euro.
Una parte irrisoria della somma totale era stata pagata dall’acquirente in contanti e parte con assegni postdatati, firmati dall’indagato, risultati insoluti per mancanza di fondi. Dopo le reiterate richieste di saldo della merce, l’indagato, per sottrarsi al pagamento del proprio debito, ha minacciato il venditore promettendogli danni economici e personali.
Inoltre, l’indagato si vantava di appartenere al clan mafioso Cappello – Bonaccorsi e di essere parente con Niko Pandetta, lasciando intendere che se non avesse rinunciato alla pretesa creditoria, sarebbe andato incontro a gravi conseguenze: «Allora non lo avete capito con chi avete a che fare? Io appartengo alla famiglia del clan Cappello e se voglio tu un piede a Catania non lo metti più…..…appena vieni qua ti sparo in testa …». Così il pregiudicato per rapina, furto ed associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, mirava di rifornirsi di merce a costo zero.
E.G.