Raspanti, Vescovo di Acireale, positivo al covid: la notizia esplode tra il panico e la polemica
Esplode il panico e la polemica ad Acireale alla notizia della positività al Covid di Monsignor Antonino Raspanti. L’esito del tampone molecolare è stato conoscibile oggi alle ore 13.00. L’alto prelato però stamattina aveva presenziato alle cerimonie cresimali in chiesa. Insieme alla notizia si è diffuso il timore per chi oggi ha partecipato alla funzione. Sui social infuria la polemica contro il Vescovo, tanto che la diocesi è stata costretta ad emettere un comuncato stampa. “Le condizioni di salute del vescovo sono buone” si legge nella nota “essendo lui al momento quasi totalmente asintomatico e ravvisando solo un leggero mal di gola. Lo stesso, negli scorsi giorni, si era sottoposto al vaccino. Il vescovo attualmente, come da protocollo, si trova in vescovado ad Acireale, nella sua abitazione, in isolamento per evitare la trasmissione del virus”.
Il comunicato però non basta a placare gli inimi degli acesi che contestano a Raspanti di aver partecipato ad una messa con il mal di gola ed in attesa di ricevere il risultato del tampone.
Il Vescovo, che è anche vice presidente della Cei, ha scoperto di essere positivo effettuando un tampone per partecipare all’assemblea generale della Cei, che si terrà a Roma a partire da lunedì.
Tutti i vescovi sono tenuti a sottoporsi al test come condizione per partecipare, e il vescovo Ruspanti, si legge nel comunicato della Diocesi, “ha effettuato il tampone non perché avesse particolari sintomi che riconducessero a ritenere di aver contratto il virus ma per l’obbligatorietà della procedura. Il vescovo ha dato atto – si legge ancora – di essere un preciso e attento osservatore delle norme anti – Covid, per alta responsabilità civica ed etica”.
Aveva il mal di gola ma ha partecipato ad una messa
La nota stampa diffusa dalla diocesi suona comunque contraddittoria. Si afferma che il vescovo Raspanti non ha particolari sintomi eppure si cita un leggero mal di gola. Quest’ultimo sintomo, come è noto, è ritenuto un allert ostativo nei rapporti con l’esterno.