Perdite terrificanti: un’agenzia nella media siciliana è passato da un fatturato di un milione nel 2019 ad uno di 20 mila euro.
«Non ci riteniamo assolutamente soddisfatti degli aiuti economici che abbiamo ricevuto dal governo.- dichiara Giuseppe Ciminnisi, presidente di FIAVET Sicilia – Questi ultimi sono limitati e assolutamente non sufficienti considerato il danno economico che abbiamo subito: la mia agenzia di viaggi (un’agenzia nella media) ha fatturato un milione e mezzo nel 2019. Nel 2020 siamo scesi a 20mila euro».
Qual è il problema fondamentale del decreto ristori?
La normativa italiana consente alle agenzie di viaggio di adottare uno speciale regime contabile, il “74 ter” che consente loro di fatturare solo la provvigione e non l’intero servizio. La maggior parte delle agenzie italiane, invece, fattura soltanto le commissioni. Il ristoro quindi deve essere assegnato sulla base dei costi in generale e non ai meri corrispettivi.
L’assegnazione fatta dal governo non tiene conto del volume d’affari complessivo ma soltanto del margine di guadagno: così un’agenzia che fattura dieci riceve un rimborso di uno, quando invece le spetterebbe un corrispettivo più adeguato.
Ma c’è una parte di agenzie di viaggio che soffre maggiormente la situazione: sono quelle costituite nel 2019 e nel 2020 che sono state totalmente dimenticate dallo Stato fin dall’aprile 2020 quando, non avendo un fatturato da produrre, sono state escluse da qualsiasi aiuto e ristoro.
Non ci si può dimenticare delle agenzie di viaggio
Il presidente della FIAVET continua: «Dal 2017 al 2019 abbiamo avuto un periodo di crescita, eravamo riusciti anche a chiudere degli accordi con la Cina. Avremmo portato alla regione Siciliana un incremento di migliaia di turisti. Tutto questo ora è saltato. In Sicilia il 25 % delle agenzie ha chiuso. Una buona percentuale, non appena verrà riaperto il blocco dei licenziamenti, sarà costretta a mandare via i propri collaboratori. Questa situazione non può continuare. Assolutamente necessario è accelerare la campagna di vaccinazione per tornare a una parvenza di normalità».
Il settore del turismo, secondo Ciminnisi, non potrà riprendere prima del 2023. Per questo gli aiuti che arriveranno dovranno essere commisurati all’effettiva perdita delle agenzie.
«Noi siamo uno dei pilastri dell’economia italiana. Contribuiamo all‘economia di molte strutture quali musei, ristoranti, voli, strutture alberghiere, tipografie eccetera. Non ci si può dimenticare di noi così. Meritiamo un finanziamento che dev’essere finalizzato alla ripartenza e non soltanto alla sopravvivenza e al pagamento delle tasse», conclude Ciminnisi.