Chi è Zza Lisa? Non solo un quartiere di Catania ma anche una bellissima donna, protagonista di una leggenda tutta etnea.
“U fùnnucu d’a Zza Lisa”
L’espressione catanese “pari ù fùnnucu d’a Zza Lisa” prende spunto dal fondaco (locanda) di proprietà del marito dell’affascinate Zza Lisa trasformato in un vero e proprio “bordello”. L’uomo, soprannominato “Zzu Cicciu turrita pilusa”, viveva insieme alla coniuge nella strada che porta a Gelso Bianco. Ogni giorno, in quella contrada, si notava un andirivieni costante di baldi giovani, spasimanti della moglie del locandiere. Da qui deriva l’espressione dialettale. La donna aveva un fascino fuori dal comune, chi incappava nella sua ammaliante bellezza ne restava fregato per l’eternità.
Fuoco della passione, suicidi, orribile assassinio
La leggenda legata a Zia Lisa è avvolta dal mistero sia per la vita dissoluta della donna sia per il terribile assassinio di cui si macchiò. Sembra, infatti, che grazie al suo straordinario carisma attirasse qualunque uomo che avrebbe pagato oro pur di giacere a letto. La donna, di suo, cambiava ogni giorno amante informandolo, però, che avrebbero passato una sola notte di passione con lui. Ma nessuno, dopo aver provato l’ebbrezza di avere tra le braccia Zia Lisa, poteva farne più a meno.
Struggenti d’amore alcuni sceglievano di “farla finita” suicidandosi, altri invece decidevano di intraprendere la vita monastica. Si tramanda che la donna una volta fu addirittura rapita da un giovane brigante che aveva perso la testa per lei. Ma Zia Lisa non era solo bella era anche parecchio furba: nottetempo si procurò un coltello e sgozzò il brigante.
Mezzo busto di marmo ci racconta la bellezza della donna
Lo straordinario fascino della donna venne anche impresso su marmo. Di Zia Lisa, infatti, c’è rimasto un antico mezzo busto di marmo di autore ignoto. L’opera si data intorno al ‘700. La statua, venne posta all’ingresso del quartiere catanese ma oggi è totalmente scomparsa.
Forse l’ennesimo amante che non poteva averla fisicamente la trafugò?
Da racconti che si tramandano di generazione in generazione sappiamo che il mezzo busto venne preservato gelosamente fino agli anni ’30 del secolo scorso. Alcuni raccontano che un giovane fascista, innamoratosi della statua di marmo, la rubò e la fece collocare all’interno della sua stanza da letto. Altri, invece, dichiarano che il mezzo busto sia stato posizionato dentro un edificio che in seguito fu bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale. Il busto non si è ancora mai trovato ma la donna non è stata dimenticata dai catanesi.
G.G.