Succede sempre così che senza seguire la moda dei locali in voga, capiti in un ristorantino a mangi bene.
È successo ad Aci Trezza, dove certo devi stare attento a dove vai a mangiare. Di leggende se ne sono sentite parecchie, in particolare legate all’igiene quindi con qualche remora si sceglie un locale dove mangiare attenzionando prima di tutto gli odori che in qualche posto sono veramente da volta stomaco e poi la pulizia.
Osteria dei Marinai da Graziano, proprio sul lungomare, scopro che da qualche anno ha cambiato roprietà.
Gestito praticamente in famiglia, lo avverto da come parlano tra loro, il servizio è senza troppi fronzoli e cerimonie, che tanto si usano oggi nei ristoranti più in voga per buttare fumo negli occhi ai clienti, ma gentile e spontaneo.
Il pesce, se vuoi, lo scegli da quelli messi in vista sul banco frigo a vetri (proprio come tradizione vuole). Hai la possibilità di seguirlo fino a quando finisce in cucina senza incappare quindi in una fraudolente “sostituzione” che può portare a vendersi uno stesso pesce anche 10 volte in una sera.
Il metre consiglia come entrè un antipasto misto caldo ed uno freddo.
Per primo giunge quello caldo. Lo chef ci tiene alla presentazione. Insalata di mare, polipi, gamberetti,
cozze, vongole, fasolari ed occhi di bue. Crostini di pane per fare la famosa “scarpetta” nel salmoriglio. Buona esecuzione e nessun successivo problema di digestione (fondamentale quando si mangia pesce). Il polipo, non si sfalda al contrario è lievemente coriaceo è cotto puntino; i frutti di mare sono freschi, i gamberetti, dalla buona consistenza, non sono congelati.
A seguire arriva un nuovo piatto con assaggi di hamburger di tonno, fritturina mista, sarde a beccafico, tonno e cipolla ed alici. Tutte pietanze che possono procurare un brucione di stomaco ma si dimostrano preparate con attenzione. La frittura ha un bell’aspetto: il colore dorato rivela che l’olio usato è nuovo e non “bruciacchiato”.
Una delle ricette più difficili è la tartara. Si crede spesso che non esista prepazione ma in verità tradisce l’intera filosofia del cuoco in cucina, perchè anche una tartara deve contenere gli ingredienti giusti e ben equilibrati, visto che non si tratta di sashimi.
Naturalmente ha il suo peso anche il taglio dell’alimento che deve essere fatto assolutamente al coltello e non sembrare un semplice tritato di qualcosa preso dal frigo e rivoltato sul piatto (come accade spesso). Considerato che anche la temperatura è molto importante. Nello specifico, volendo essere più pretenziosi, ordiniamo una tartara di tonno.
All’Osteria dei Marinai ci tengono. Buona presentazione, taglio come si conviene, pesce ottimo, condimento studiato. C’è un ingrediente, una spezia che dona alla tartara quel più necessario, la stessa emulsione che lievemente marina il tonno risulta molto delicata, il sale grosso è ben dosato e leggermente speziato.
Si conclude con un classico, la prova del nove, spaghetti alle vongole. Cottura al dente e frutti di mare freschissimi. L’unione tra la pasta e le vongole nasce da una buona ed equilibrata mantecatura. L’olio è ben claibrato: non troppo e neanche poco. Lievemente pepato.
Il conto è equlibrato, il vino è un pretenzioso Maria Costanza da 30,00 euro e 77,00 per due coperti che han ben mangiato vanno più che bene.