L’operazione Sipario ha svelato un sistema di corruzione che coinvolgeva anche tre vigili urbani del Comune di Catania e il Vice Brigadiere della Guardia di Finanza Mauro Massari.
Adesso l’Associazione antiestorsione di Catania annuncia che si costituirà parte civile al processo, invitando il Comune di Catania a fare lo stesso.
«L’operazione “Sipario”, condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla DDA Etnea, racconta, purtroppo, una storia tanto frequente, quanto pericolosa -sottolinea Nicola Grassi presidente Asaec- che manifesta una sempre maggiore pervasività con cui la criminalità organizzata esercita pesanti ingerenze sugli apparati politico-amministrativi. Da un lato esiste il politico che ottiene voti e viene sostenuto dalla criminalità mafiosa, dall’altro e sempre più spesso, troviamo un pubblico funzionario corrotto che si mette a disposizione di mafiosi, creando, così, un sistema collusivo-corruttivo potente ed influente dal quale trarre reciproche illecite convenienze».
«È importante reagire e non assuefarsi a queste condotte illecite che alterano le dinamiche democratiche della comunità in cui viviamo; ed è per questo, che alla luce dell’ordinanza emessa, dei reati contesati e visto il recente adeguamento col quale abbiamo ampliato l’azione associativa di contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione attraverso la cui consumazione la criminalità organizzata mafiosa realizza i propri interessi, proveremo a costituirci parte civile nel processo che si celebrerà».
«Inoltre -si legge nella nota dell’Associazione antiestorsione di Catania- considerato l’arresto di un pubblico amministrazione e l’applicazione di misure cautelari a due vigili urbani, auspichiamo e riteniamo indispensabile che, oltre la dovuta sospensione dei pubblici funzionari coinvolti, il Comune di Catania valuti la possibilità di costituirsi parte civile esprimendo, così, la ferma volontà di contrastare l’espandersi di fenomeni sempre più radicati e ramificati che attentano al buon andamento della pubblica amministrazione e si ripercuotono sulla vita quotidiana di tutti i cittadini».
“Il Prefetto di Catania avvia ulteriori indagini per far luce sull’onestà dell’apparato politico amministrativo”
«Contemporaneamente, chiediamo al Prefetto di Catania di intervenire ed avviare un’indagine che verifichi l’effettivo grado di resistenza dell’apparato politico amministrativo della città di Catania, alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata tali da influenzarne le scelte amministrative».
«Rivolgiamo, infine, -conclude Grassi- un appello ai tanti pubblici funzionari onesti del Comune di Catania affinché denuncino alla Procura della Repubblica eventuali attività illecite, così da isolare i disonesti e recuperare quel rapporto di fiducia con il cittadino, sempre più compromesso, che è il fondamento della buona gestione della cosa pubblica».
E.G.