Antonio De Pace, infermiere di 29 anni, a luglio è stato condannato all’ergastolo per avere ucciso il 31 marzo 2020 a Furci Siculo (Messina) la fidanzata Lorena Quaranta, giovane laureanda in Medicina.
Adesso però, come spiega MessinaToday, la sentenza potrebbe essere annullata e il processo da rifare.
Il difensore di De Pace, Salvatore Silvestro ha depositato un ricorso perchè uno dei giurati aveva superato, nel corso del processo i 65 anni, soglia massima prevista per fare parte del collegio.
“I giudici popolari della Corte di assise – scrive l’avvocato Silvestro nell’atto di appello – non devono avere ‘età inferiore ai 30 e non superiore ai 65 anni’, mentre il giurato in questione pur avendo compiuto i 65 anni anni di età, ha continuato a comporre la Corte di Assise e, soprattutto, ha partecipato alla deliberazione della sentenza. Tale circostanza – scrive ancora il legale – di natura obiettiva, determina la nullità del dibattimento e della sentenza di primo grado, per violazione dell’art. 178, lett. a) c.p.p. e, specificamente, per inosservanza delle disposizioni concernenti le condizioni di capacità del Giudice. Tale nullità, ai sensi dell’art. 179 c.p.p., è insanabile e può essere rilevata anche di ufficio in ogni stato e grado del procedimento. Nessun rilievo, sulla base della granitica giurisprudenza della Suprema Corte, assume la circostanza che all’atto del giuramento, i Giudici popolari fossero in possesso dei requisiti di legge, in quanto i requisiti di capacità dei giudici in genere, sia togati che onorari – e quindi anche dei giudici popolari – devono sussistere intatti sino al momento della definizione del processo”.
Motivazioni che adesso potrebbero rimettere tutto in discussione costringendo a ricelebrare il processo.
Nei motivi di appello il difensore torna anche sulla necessità di riconoscere l’infermità mentale che rende di fatto non imputabile il suo assistito, reo confesso, che però non ha saputo spiegare le ragioni che lo hanno portato a uccidere Lorena e poi a tentare il suicidio.