«Martina: “è un mostro non meritava una figlia come Elena, speciale e unica in tutto». Sono le parole di Alessandro Del Pozzo, il papà della piccola Elena di 5 anni, uccisa dalla mamma Martina Patti.
Rompe il silenzio che si era imposto e lo fa per accusare l’ex convivente, che in una dichiarazione della sorella, accusa la mamma di Elena di avere commesso “un omicidio premeditato e studiato in ogni particolare” e di avere poi detto “24 ore di bugie”.
L’avvocato della giovane donna, Gabriele Celesti , ha letto le dichiarazioni di Del Pozzo ma preferisce, per il momento, non rispondere «nessun commento – afferma – sono le dichiarazioni di un padre che meritano anche umana comprensione, non è questo il momento e la sede».
Intanto in carcere, Martina Patti è sorvegliata a vista. Chiamata più volte in infermeria per il supporto psicologico appare serena e tranquilla.
Nelle prossime ore comparirà per l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip Daniela Monaco Crea per la convalida del suo fermo per omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere.
Nessuna anticipazione circa la strategia difensiva dell’avvocato Celesti, anche se durante il colloquio con il suo legale la donna “non ha aggiunto altri particolari rispetto alle dichiarazioni già rese”.
«Se lei vorrà colmare alcuni ‘buchi – osserva il legale – allora farà dichiarazioni aggiuntive. Ma potrebbe scegliere di non farle in questa fase e le farà più avanti».
Manca ancora il movente, il luogo e l’arma del delitto, potranno che potrebbere emergere in parte, dall’autopsia e dai rilievi che i carabinieri eseguiranno nella casa della donna.
C’è anche il tema, sostenuto dall’accusa, della premeditazione, che l’avvocato Celesti riconduce a “ipotesi investigative”.
Omicidio premeditato
Una tesi attaccata dal padre della piccola, Alessandro Del Pozzo, che accusa l’ex compagna di avere commesso un omicidio “studiato in ogni particolare” e di “non essersi pentita di aver ucciso la bambina”.
«Ha messo Elena dentro dei sacchi della spazzatura – aggiunge – l’ha sotterrata, si è ripulita e ha ripulito, ha inventato un sequestro creandosi un alibi e ha colpito la sua macchina per inscenare un’aggressione. Un omicidio in cui ci si crea pure un alibi e si occulta il corpo non può essere un raptus di pazzia!».
Alessandro Del Pozzo spiega che non aveva intenzione di rilasciare interviste, ma che ha cambiato idea r«reputandolo giusto farlo nei confronti di mia figlia».
»Sono distrutto – spiega – mi sento un vuoto dentro incolmabile, ho sempre promesso a mia figlia che l’avrei tenuta al sicuro come ogni buon padre farebbe, avrei dato la vita al posto suo, l’ho chiesto a Dio, ma non accetta sostituzioni! Non potevo mai e, dico mai – sottolinea – pensare che l’avrei dovuta proteggere proprio da sua madre».