Muore a Catania Antonio Pallante, l’attentatore di Palmiro Togliatti, contro cui esplose 3 colpi di pistola il 14 luglio 1948,.
Pallante, nato in Irpinia il 3 agosto del 1923, è scomparso lo scorso 6 luglio, per complicazioni respiratorie, nella sua casa del capoluogo siciliano.
La notizia del decesso era stata finora tenuta riservata da parte dei suoi due figli.
La storia ci ricorda che con il suo gesto aveva ridotto in fin di vita il leader del partito comunista italiano, in compagnia di Nilde Iotti, nei pressi della Camera dei deputati.
All’epoca dell’attentato era uno studente di giurisprudenza. I conoscenti e i famigliari lo descrivevano come «mite e ubbidiente, però un po’ nervoso, si adirava quando era contrariato anche nelle più piccole cose».
In seguito all’attentato vi furono disordini e morti in numerose città, con guerriglia tra comunisti, anticomunisti e forze dell’ordine. Pallante espresse dispiacere per i morti degli scontri, specie per i poliziotti rimasti uccisi nei tafferugli.
L’appello di Togliatti dal letto d’ospedale e, secondo la leggenda, la vittoria di Gino Bartali al Tour de France 1948 evitarono un’insurrezione.
Gli incidenti si verificarono in diverse località fra le quali Roma, La Spezia, Abbadia San Salvatore; nel corso di violentissime manifestazioni di protesta si registrarono alcuni morti a Napoli, Genova, Livorno e Taranto.
Genova reagì con forse maggiore tempestività e impegno, sia per la forte presenza comunista fra la sua popolazione, sia perché a molti non era sfuggito il ricordo sentimentale di un Togliatti genovese (anche se emigrato subito dopo la nascita in Sardegna e poi vissuto a Torino e in gran parte in Russia)