Mary Poppins a un passo dal baratro
L'associazione Primavera e i sindacati a loro fianco chiedono al sindaco un sopralluogo generale

Mary Poppins. Resta ormai poco da fare per il Centro Diurno per minori di Librino dell’associazione Primavera. Dopo le proteste e il tavolo di concertazione accordato dal vicesindaco Roberto Bonaccorsi, una comunicazione scuote l’Istituto Mary Poppins.
Le speranze dei bambini di periferia gelate dal dissesto
Emily è una bambina di 10 anni. Non è una alunna dell’Istituto Mary Poppins ma stamattina si trovava nell’aula informatica del centro Diurno perché, a causa di un mal di pancia, necessitava delle cure e dell’assistenza del personale. Ancora Emily non sa che questo servizio sta per esserle strappato.
I corridoi puliti e silenziosi si animano di pura vita una volta aperte le porte delle aule.
Anthony è un bimbo vispo ma gli hanno detto che si deve comportare bene per far fare bella figura ai compagni di classe e alle maestre. Perciò, continua a esercitarsi con i suoi compiti mentre qualcuno timidamente si alza dal banco per abbracciare la direttrice, Anna Pennisi.
Se per i bambini prematuri il Comune ha acceso una luce viola a Palazzo degli Elefanti con due giorni di anticipo rispetto la data fissata, per i bambini disagiati (o disgraziati?) di Librino la luce della speranza si spegne togliendo ossigeno all’unico Centro Diurno a loro destinato.
Mary Poppins e Centro Diurno destinati alla chiusura
Venerdì mattina, la Direzione Famiglia e Politiche Sociali ha infatti informato l’associazione Primavera che il Comune di Catania, “per approvare l’ipotesi di bilancio riequilibrato e ridurre di almeno il 20% il costo dei servizi” a seguito della dichiarazione di dissesto, ha ritenuto di interrompere i servizi non indispensabili. Tra questi, è annoverato il Centro Diurno dell’Istituto Mary Poppins e una forte riduzione dei minori assistiti all’interno dell’Istituto Mary Poppins.
Gli effetti socio assistenziali destinati a venir meno per questi minori saranno devastanti perché, di fatto, si condannano alla strada. E in mezzo alla strada finiranno anche i dipendenti lasciati di punto in bianco senza lavoro insieme alle loro famiglie che ne patiranno le conseguenze.
Il Comune di Catania intende intervenire così prima della scadenza del contratto trentennale, tagliando risorse che portano alla inevitabile chiusura il Centro Diurno. Un’azione avviata non soltanto sottovalutando il servizio di pubblica utilità destinato ai minori, ma anche intervenendo unilateralmente sul project financing dell’associazione Primavera.
Ennesimo ricorso in tribunale?
Non è la prima volta che l’associazione Primavera e l’Istituto Mary Poppins finiscono sotto attacco. Inutili sono risultati i tentativi nel 2006, nel 2011 e nel 2012 del Comune di Catania di interrompere il servizio reso ai minori del quartiere periferico. I giudici e i rispettivi tribunali hanno sempre rigettato i ricorsi.
Con la sentenza 700/15, il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha ribadito che “gli impegni del Comune derivano dal contratto sottoscritto ed il riferimento ad esso al piano economico”. Questo “implica il riconoscimento degli elementi cardine e della relativa impostazione e così di quanto in esso definito essenziale, correlando strettamente durata e misura del convenzionamento”.
Vale a dire che per il tribunale non esistono ragioni sul piano giuridico che possano giustificare l’interruzione del contratto. Neppure lo stato di dissesto. In vero, il continuo dispendio di energie nel trovarsi puntualmente ad affrontare queste cause, grava sulla serenità dei bambini e del personale dell’associazione Primavera. Bambini che all’Istituto Mary Poppins e al Centro Diurno hanno garantite istruzione, educazione, cure e integrazione nel tessuto sociale. Ulteriore elemento su cui riflettere.