“Mafia senza onore”, le imposture su Cosa Nostra, presentato a Palermo il saggio di Elio Sanfilippo e Maurizio Scaglione.
Un’ affollatissima sala de “I Giardini del Massimo” ha accolto la presentazione del libro, edito da Navarra. Il sindaco Roberto Lagalla, presente come politico e come medico, poiché i proventi del libro sono destinati, insieme al contributo dell’Ordine dei medici ad attrezzature sanitarie per i bambini ospitati dalla Missione Speranza e Carità di Biagio Conte. Contributi anche da parte di Marco Betta, sovrintendente del Massimo e autore di quel Requiem eseguito in Cattedrale nell’anno successivo alle stragi, e Antonello Cracolici, presidente della Commissione regionale Antimafia.
Un excursus di circa 70 anni di storia:
Il saggio attraversa circa 70 anni di storia, dal 1945 ad oggi ed è corredato dalle fotografie di Francesco Bellina, un viaggio attraverso gli orrori e gli omicidi, con l’obiettivo di cancellare la grande impostura secondo cui la mafia poteva avere un suo “codice d’onore”. Niente codice e nessuno onore vengono fuori dal racconto dei grandi omicidi e delle stragi, ma anche dall’assassinio dei piccoli Claudio Domino o Giuseppe Di Matteo per non parlare delle vittime sconosciute, come una donna che viene uccisa al mercato o i braccianti che tornano dal lavoro o una coppia di anziani seduti al bar, o, ancora, la ragazza di una lavanderia che per pura disavventura trova in una giacca l’agenda di un mafioso e viene uccisa.
«La mafia- racconta Roberto Lagalla– continua a fare morti. Due temi sono centrali per questa amministrazione comunale: il controllo del territorio per impedire e prevenire lo spaccio di crack e la difesa dei grandi lavori pubblici che si avvieranno con i soldi del Pnnr».
Marco Betta ha ricordato: «Il lavoro essenziale che il Massimo ha fatto e continua a fare nei quartieri più a rischio, portando musica e spettacoli là dove il degrado sociale è più evidente».
Da dove nasce l’idea del saggio?
«Il saggio- spiega Elio Sanfilippo– nasce da una vecchia intervista che Enzo Biagi fece a Buscetta. Gli chiese se esisteva una mafia buona. Buscetta rispose di sì. Oggi, dopo l’arresto di Messina Denaro, raccontato come uomo gentile dalle ignare signore della clinica, ancora una volta occorre rilanciare un dibattito su cosa è veramente l’antimafia. Durante il covid allo Zen il capomafia procurava la spesa alle famiglie più bisognose, e alla Zisa il boss di zona minacciò un ambulante che vendeva le prime mascherine a 5 euro. La droga è spacciata anche da persone insospettabili e incensurate. Dunque è tempo di non lasciare spazi vuoti, distanze tra i cittadini e le istituzioni che uomini senza onore possano occupare».