Luce, paesaggio e materia

Il terreno su cui insiste il progetto si colloca sulla collina alle spalle di Aci Castello ed abbraccia il panorama di tutto il golfo di Catania, da Augusta sino alla Calabria.
La casa preesistente, progettata negli anni Sessanta, non si apriva verso il paesaggio esterno, restando così chiusa in se stessa. Si è deciso, quindi, di demolire il vecchio edificio ed il vincolo di ricostruzione con stessa sagoma ha imposto l’unico limite tecnico alla nuova costruzione.
L’ascolto del contesto è stato, quindi, l’avvio di un percorso progettuale che ha preso forma secondo il disegno di diversi coni ottici che incorniciando il paesaggio circostante come fosse un quadro, creano l’interazione costante tra uomo e natura.
Il volume che ne scaturisce, formato da geometrie pure che si intersecano tra loro, si adagia sul terreno senza stravolgerne la morfologia, mettendo in relazione luce e natura, carpendone l’essenzialità del colore e dei materiali. Il dialogo tra architettura e natura avviene, anche, attraverso l’uso critico del cromatismo dei materiali, sia interni che esterni: il colore bianco, infatti, diventa predominante ed è la tela sulla quale la luce riflette il colore del sole. Le grandi vetrate, che non creano ostacolo alla vista, permettono alla luce di entrare riempiendo lo spazio e donandone leggerezza, amplificata anche da pochi ed essenziali arredi; ma al tempo stesso, la pensilina che svetta qualche metro oltre di esse, permette di avere un irragiamento solare minimo.
Il basamento in pietra lavica, che cela un piano interrato, permette al volume sovrastante di ergersi al di sopra della linea d’orizzonte, donando all’osservatore un punto di vista privilegiato.
La mutevolezza del paesaggio, con il suo cambiare della luce durante il giorno ed il susseguirsi delle stagioni, diviene scenario di un abitare essenziale.
Drawings credits: Solaria Sclafani – www.solariasclafani.it