Il caffè per gli italiani è un appuntamento irrinunciabile, che sia a colazione, durante la pausa pranzo o dopo il lavoro. Questa semplice ma gustosa bevanda col tempo ha assunto diversi significati: è un modo per fare 4 chiacchiere con i colleghi, una scusa per rivedersi con un vecchio amico o una parentesi rilassante durante una stressante giornata lavorativa.
Proprio per questo motivo è inaccettabile che, soprattutto nei bar e nelle pasticcerie, il caffè sia di scarsa qualità. Nelle pasticcerie non si vendono solo dolciumi e pasticcini da asporto, ma ormai si fa anche colazione. Per questo motivo gli avventori si aspettano che tutti i prodotti siano di eccelsa qualità, compreso ovviamente il caffè.
Eppure ancora oggi, anche in bar e pasticcerie di un certo spessore, il caffè continua ad essere scadente, forse perché viene ritenuto una sorta di accessorio. Per questo motivo è nato l’Osservatorio della Pasticceria Italiana, un progetto finalizzato a supportare tutta la filiera del caffè, aiutando le pasticcerie a differenziarsi dalla concorrenza e fornire una proposta personalizzata e cucita su misura addosso ai clienti.
Il tema centrale del primo anno dell’Osservatorio è il rapporto tra la pasticceria italiana e il caffè di alta qualità. Si terranno dei focus group dove si discuterà di argomenti vari inerenti al caffè. Come il caffè può rendere unica l’esperienza in una pasticceria, come viene percepito dai consumatori e cosa possono fare baristi e pasticcieri per offrire la cosiddetta esperienza wow saranno alcuni dei temi affrontati.
L’Osservatorio comunicherà a gennaio del 2025 tutti i risultati emersi dai focus group, per capire come valorizzare ancora di più un prodotto che fa parte della tradizione italiana. I dati raccolti da questo progetto possono risultare molto utili a chi sta pensando di aprire un bar, un’avventura imprenditoriale che può dare grandi soddisfazioni soprattutto se si seguono gli step giusti con l’aiuto di un professionista.
In base a ciò che abbiamo detto finora, al di là delle strategie e degli investimenti, che non sono comunque secondari, è fondamentale offrire prodotti di qualità. Nessuno andrà a fare colazione in un bar che offre cornetti e caffè scadenti, quindi l’attività fallirebbe ancora prima di partire. Oltre alla qualità serve fare le scelte giuste, a partire dalla location. Bisognerebbe scegliere preferibilmente una zona dove non ci sono molti bar, magari vicino ad una scuola, un’università, una fabbrica, un ufficio o un’azienda.
Bisogna poi affrontare il lungo e tortuoso percorso burocratico, che prevede l’apertura di partita IVA, l’iscrizione al Registro delle Imprese e tutta una serie di autorizzazioni.
Serve poi un buon business plan per fare una previsione dei costi fissi e variabili da affrontare, e degli incassi previsti. Le spese da affrontare dipendono da diversi fattori, ma in linea di massima bisogna partire da una base minima di 50.000 euro. Una buona alternativa è il franchising, che taglia un bel po’ di spese e permette di avere un’attività chiavi in mano.