Un plico di lettere inviate da un bersagliere pugliese è stato ritrovato in un cassetto a 80 anni di distanza dallo Sbarco in Sicilia. Il libro rende omaggio ai prisoners of war attraverso la storia personale di un bersagliere di 30 anni, originario della provincia di Bari, appartenente al 177° Reggimento Territoriale Mobile, catturato sulle coste italiane a poche ore dallo Sbarco in Sicilia nel luglio del ‘43, e trasferito in campi di prigionia e caserme tra Tunisia, Inghilterra e Francia fino a ben oltre il termine della guerra.
Mentre il mondo intero è sconvolto dal conflitto, Paolo, questo è il nome del bersagliere prigioniero, scrive alla moglie, in moduli da 24 righe, e parla non tanto delle sue condizioni, quanto delle cose di tutti i giorni: le feste comandate, il figlio piccolo che dice le prime parole, la sorte di amici e parenti. Un modo per restare ancorati alla vita. A 80 anni di distanza, Antonio Lenoci, giornalista e nipote di Paolo, ritrova le lettere e le affianca a interviste e approfondimenti storici per riprendere coscienza della fase conclusiva della Seconda Guerra Mondiale.