
Passa agli onori della cronaca per le memorie di Sebastiano (Arcidiacono NdR) la seduta di consiglio straordinaria che si è tenuta ieri e che ha “costretto” il sindaco di Catania Enzo Bianco a presentarsi, alla fine del quarto anno di mandato, davanti al civico consesso per relazionare.
Enzo Bianco esordisce citando le memorie dell’imperatore Adriano sarà Sebastiano Arcidiacono, vice presidente vicario del Consiglio, a contrapporgli le sue di memorie. Arcidiacono ha raccolto le 26 firme che portano il primo cittadino al consiglio e come era prevedibile fa la parte da leone con un intervento che si può definire ardito e con una relazione corposa in mano che parla di partecipate, casse comunali, lavori pubblici e differenziata.
Arcidiacono bacchetta il sindaco e viene appaludito dal pubblico corposo presente in aula. Sarà la maggioranza, qualche ora dopo, a definire il suo intervento “abbiamo scoperto di avere un nuovo oppositore che ti comunica (si rivolge a Bianco NdR) che si presenterà come sindaco” dice Alessandro Porto capogruppo “Con Bianco Per Catania”.
Difesa d’ufficio da parte di Porto e Giovanni D’Avola del Pd.
Solito intervento di fuoco per il consigliere d’opposizione di Fratelli d’Italia Manlio Messina che taglia le gambe al sindaco e alla sua giunta e qui nessun colpo di scena rispetto alle trascorse sedute.
Salta all’occhio l’intervento di Niccolò Notarbartolo che pur essendo del Pd veste in realtà l’abito dell’oppositore razionale “la relazione del sindaco è culto della personalità (del primo cittadino NdR)” dice “in verità l’incapacità di eleggere i membri dei consigli amministrativi delle partecipate ci fanno rendono l’idea della solitudine politica di Bianco“.
All’1.15, dopo molti interventi contro e con la sola Ausilia Mastandrea consigliera donna ad intervenire, chiude Enzo Bianco “Non mi sono immedesimato nell’imperatore ma se dovessi scegliere una citazione classica cercherei un punto di riferimento in Cicerone, nel Governante che è un timoniere che guida una nave in tempesta”