L’anno nero di Angelo Villari

Un anno da dimenticare per Angelo Villari. Non glien’è andata bene una, nonostante le abbia provate tutte. E adesso che l’ultima speranza è crollata, quella cioè di fare il segretario provinciale del PD, dopo le note vicende giudiziarie che lo riguardano, ad Angelo Villari non rimane altro che cambiare settore. E passare dalla Politica alla carriera ecclesiastica. Magari, chissà! Si potrebbe candidare a Papa. Papa Angelo!
Alle ultime regionali, ha fatto la “genialata” del secolo.
Dopo aver regalato 10 anni di giostra (e di vitalizio!) a Concetta Raia, che senza Angelo Villari sarebbe stata al massimo la signora Concettina, il nostro Winston Churchill etneo si è candidato sapendo di perdere. Perché, che Luca Sammartino e Anthony Barbagallo sarebbero arrivati rispettivamente primo e secondo, lo sapevano anche gli scogli di San Giovanni Li Cuti. E che i seggi al PD sarebbero stati due, o addirittura uno, era cosa nota nei salotti politici. Ma Angelo Villari ha voluto strafare. Ha voluto fare… il Villari.
Senza più la carica di assessore comunale per la quale si è guadagnato un’indagine della magistratura e senza alcun altro incarico, Angelo Villari si era convinto di poter diventare il numero uno del partito a Catania. Soprattutto dopo che Luca Sammartino se n’era uscito in direzione Italia Viva svuotando il PD e lasciando l’ex segretario della CGIL da solo assieme alla Raia a battere il deserto che era rimasto.
Nel frattempo, tra una cosa e un’altra, bazzicava il Saint Moritz assieme a Fatuzzo per discutere di grandi ideali: i posti all’ACOSET, si dice.
Angelo Villari è un fenomeno della natura e della politica.
Chissà cosa si inventerà adesso per provare a rientrare in gioco. Perché se c’è una cosa che a nessuno è dato sperare è che Angelo Villari comprenda che il suo tempo politico è finito. Forse si reinventerà sardina… Oppure pescecane? Piuttosto che darsi all’ippica, si darà all’ittica?
Ma stavolta è probabile che nessuno abboccherà.