
Inauguro oggi la mia rubrica “L’identikit”, dedicata ai personaggi che popolano la nostra città.
Inizio da una delle punte di eccellenza della goliardia politica: Lanfranco Zappalà, un vero fenomeno della natura.
Da 25 anni è al consiglio comunale e nessuno se n’è accorto.
Con la sua chioma fluente ha attraversato tutte le stagioni della politica, da Giolitti in poi.
Avete mai provato a capire un discorso di Zappalà?
Peggio che andar di notte! Come se mettesse le parole a caso in ordine sparso, pretendendo tra l’altro di essere capito da chi lo ascolta o lo legge.
Indimenticabile quella sua uscita prima del referendum costituzionale quando in un video su fb ci spiegò la bontà della riforma: “Adesso vi dico la vera verità sulla riforma costituzionale!”, annunciò Zappalà con tono profetico facendo ridere tutto il web.
Ma ancora più misteriosi di Zappalà sono quelli che votano Zappalà.
Perché se è pur vero che Zappalà è consigliere comunale da un quarto di secolo, è altrettanto vero che c’è qualcuno che lo vota. Ecco, io lo vorrei conoscere uno di questi che lo votano e vorrei chiedergli: “Ma perché?”
Non posso che chiudere questo post allegando l’ultima perla di saggezza di Zappalà espressa in seno al consiglio comunale di ieri sera.
Secondo Zappalà, i caffè concerto avviati da Bianco nel ’93 non esistono più per colpa delle leggi elettorali.
Vorrei a questo punto comunicare a tutti che mi è morto il gatto: colpa della legge elettorale!
Zappalà, se non ci fosse sarebbe meglio non inventarlo.