#ioapro è l’hashtag che sta spopolando presso i ristoratori, volto alla disobbedienza delle norme vigenti in materia di contenimento alla diffusione del Covid-19. Il fenomeno sta coinvolgendo il settore italiano duramente colpito dall’emergenza pandemica in corso, si contano circa 30mila adesioni. “Se si può servire cibo in sicurezza a pranzo, allora si può farlo anche a cena, quando invece è vietato”, questo il leitmotiv dell’iniziativa. I ristoratori, quindi, si preparano ad una “disobbedienza gentile” contro le limitazioni, aprendo venerdì sera i loro locali dopo le 18.
Sicilia, ristoratori spaccati a metà
In Sicilia molti sono coloro che sostengono la proposta come Franco Virga, come riportato dal quotidiano La Sicilia.
“La nostra chiusura è una penalizzazione delle nostre attività”
Virga è titolare di 5 ristoranti a Palermo e si dimostra favorevole:«È un’azione da fare perché è palese che il contagio non si trasmette nei ristoranti ma negli assembramenti come le file per fare compere e quindi la nostra chiusura è una vera e propria penalizzazione delle nostre attività. Basterebbe per ricominciare a lavorare aumentare la distanza tra i tavoli e aprire anche la sera. I ristori ricevuti dal governo sono stati esigui rispetto ai costi di gestione nei locali, come il pagamento degli affitti».
“Sto rispettando le norme per ripartire una volta per tutte”
Non gli fa eco, invece, stando alle dichiarazioni riportate da La Sicilia, Filippo Ventimiglia del ristorante Quattroventi a Palermo: «Non aderisco e non sono favorevole all’iniziativa – dice – anche se capisco che sarà una gesto simbolico perché penso che per chi non fa il delivery come me non è pensabile alzare la saracinesca. Oltre al danno ci sarebbe la beffa a causa delle sanzioni che potremmo ricevere. Sto rispettando le norme per ripartire una volta per tutte».
G.G.