Scoppia la polemica dopo le parole della direttrice artistica del Teatro Stabile di Catania, Laura Sicignano.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, infatti, Sicignano ha definito i catanesi “estremamente espansivi, cerimoniosi, a volte chiacchieroni”. Appellativi che non sono piaciuti alle personalità più famose originarie della città alle pendici dell’Etna.
«Sconcerto per le parole offensive e vergognose con le quali la direttrice artistica del Teatro Stabile di Catania Laura Sicignano ha voluto etichettare i catanesi definendoli ‘estremamente espansivi, cerimoniosi, a volte chiacchieroni’ dove nell’avverbio ‘estremamente’ è racchiuso tutto il fastidio per i suddetti comportamenti», è stato espresso dagli oltre 30 firmatari – tra cui Pippo Baudo, Leo Gullotta, Tuccio Musumeci, Pippo Pattavina, Romano Bernardi e Antonio Calenda – di una nota.
Per i firmatari la direttrice «sembra ignorare storia e valore dello Stabile etneo e riprende, così, lo stereotipo dei meridionali perditempo e ‘chiacchieroni’ che non badano all’essenzialità come invece dice di fare lei. Insomma il solito luogo comune dei settentrionali efficienti, al contrario dei meridionali pigri e indolenti, ma soprattutto incapaci, evocando strumentalmente il ‘gattopardismo’».
«È davvero incredibile – prosegue la nota – che una persona che ricopre un ruolo pubblico possa fare dichiarazioni di una rozzezza e di una arroganza simili e non si può accettare l’abitudine costante della Sicignano di sminuire o addirittura demolire quanto è stato fatto prima del suo arrivo».
“60 anni di storia gloriosa dello Stabile non valgono niente: i canoni estetici rivoluzionati solo negli ultimi tre anni”
«Un’ultima notazione – conclude la nota – va fatta sul risanamento finanziario del teatro, merito che la direttrice si attribuisce impropriamente dal momento che la ristrutturazione del debito è stata realizzata molto prima della sua nomina».
«Com’è possibile che la stessa diffami così il teatro che è stata chiamata a dirigere e la città che la ospita? O la Sicignano non conosce la storia dello Stabile di Catania o la vuole fare dimenticare. In entrambi i casi il risultato è assolutamente allarmante».