Non si esclude nessuna ipotesi dietro gli incendi che da giorni ormai logorano l’Isola: il punto si è tenuto oggi al PalaRegione alla presenza del governatore Nello Musumeci, del sindaco Salvo Pogliese, del Prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi, Protezione Civile e Vigili del Fuoco.
«La politica ha tante colpe ma molto meno degli sciacalli -afferma il governatore – è un momento molto difficile, tra la cenere dell’Etna, il Covid e adesso gli incendi in Sicilia. Purtroppo qualche cretino continua a speculare e questo mi fa davvero rabbia. Per fortuna i siciliani sono persone intelligenti che sanno comprendere da che parte sta la zizzania».
Ogni stabilimento dovrà avere un piano di sicurezza
Uno degli argomenti al centro del vertice è stato le condizioni di sicurezza degli stabilimenti balneari a seguito dell’incendio che ha distrutto il lido Le Capannine alla Plaia di Catania venerdì scorso.
«Negli stabilimenti balneari dove c’è un forte carico di materiale infiammabile – sottolinea Musumeci – è assurdo che un autobotte dei Vigili del fuoco debba aspettare, quando finisce l’acqua, che arrivi l’altra autobotte. Occorrono bocche d’acqua in ogni stabilimento balneare. Occorre che ogni stabilimento abbia un piano per la sicurezza e occorre anche verificare se diventa essenziale l’area per i parcheggi delle vetture dei veicoli perché più macchina insieme determinano un problema nella prevenzione incendi».
«È chiaro che eventuali spese potrebbero essere sostenute in concorso con la Regione siciliana per non aggravare i gestori, ma queste misure sono a tutela dei clienti».
L’ombra del business fotovoltaico
«Le ipotesi sono tante e non escludiamo neanche quelle per la speculazione per impianti fotovoltaici, soprattutto per quelli la cui potenza supera i 300. Ecco perché dobbiamo oprare guardando a 360 gradi», prosegue Nello Musumeci.
«Accanto alle ipotesi dolose, dobbiamo aggiungere la temperatura a 45 gradi, e un leggero venticelli che è quello che basta per far divampare gli incendi. Tutti gli uomini a disposizione sono sul campo, ma per gli eventi straordinari non bastano più».
Sul tema si esprime anche l’assessore all’Energia Daniela Baglieri: «L’ipotesi che una parte dei roghi, che da giovedì scorso ha devastato l’Isola, sia riconducibile al tema del fotovoltaico è attenzionata dal mio assessorato. Il legislatore nazionale, già nel 2000, con la legge 353 “Legge-quadro in materia di incendi boschivi”, ha affrontato il tema, escludendo l’ipotesi di cambio di destinazione d’uso delle zone boschive e dei pascoli i cui soprassuoli siano stati interessati da incendi, per quindici anni».
«Parimenti, è esclusa la possibilità di prevedere insediamenti produttivi, dunque anche impianti fotovoltaici, per 10 anni dal verificarsi dell’evento. È intenzione del Governo Musumeci tutelare tutti quei terreni attualmente produttivi che arricchiscono la nostra tradizione agricola, ma non solo, e la nostra economia».
Oggi espletati già 45 interventi
Sono 45 gli interventi espletati in tutta la Sicilia dai Vigili del Fuoco, mentre 46 sono in atto e 25 in coda. Particolarmente colpite la province di Catania, Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Siracusa.
Al momento i velivoli sono impegnati ad Aidone Dan Bartolo (EN), a Randazzo (Catania).
E.G.