Rieccoci in Italia! Dopo il lungo viaggio in Giappone della scorsa settimana tra le pagine di due illustratrici formidabili, oggi vi voglio parlare di un’artista italiana che ha fatto breccia nel mio cuore esattamente durante il lockdown di Marzo.
Seguendo il canale Instagram di Logos edizioni sono stata letteralmente rapita da un’illustrazione potente, maestosa e perfetta. No!… Le illustrazioni non devono essere perfette, ma quando ti ritrovi di fronte ad un leone disegnato a matita con una espressione viva e dei colori che fanno vibrare l’anima, allora stiamo osservando un’immagine “perfetta” della natura.
Il merito è di Alessandra Manfredi, illustratrice italiana che ama disegnare e viaggiare, attività che coniuga perfettamente grazie al suo talento naturale di partire per viaggi immaginari munita solo di matite colorate e fantasia!
Il primo libro che abbiamo letto è stato “La forza della gazzella” scritto da Carmen Vàzquez-Vigo, ambientato a “Congolandia” dove tutti gli animali africani vivevano sereni fino all’arrivo di uno straniero, una feroce (ma bellissima) tigre, che incuteva timore a tutti gli animali.
Allora decisero di affrontarla lasciandosi la paura alle spalle, ma uno dopo l’altro tornavano feriti e rassegnati dal loro tentativo di tregua, solo una piccola gazzella trovò le parole giuste per dissuadere il grosso animale e riportare la serenità nel territorio, e sapete come? Semplicemente usando delle parole gentili…”Per favore”.
Illustrazioni dal tratto morbido, vivace ma delicato, abbracciano perfettamente le parole dell’autrice che ci lancia un messaggio molto importante sulla gentilezza e l’uso delle parole. Adatto dai 5 anni, il formato è piccolo e comodo per le letture serali, ma anche da tenere in borsa per ogni occorrenza, copertina flessibile e risguardi meravigliosi in cui sono disegnate le orme degli animali.
Che Alessandra Manfredi adori piante e animali, è facile capirlo già dai pattern che sceglie di illustrare nei risguardi dei suoi libri. In “Pirulì” e “Kiwi”, troviamo infatti file e file di foglie diverse.
“Pirulì” è la storia di un volpacchiotto tanto atteso da mamma e papà, ammirato dagli animali del bosco per la sua bellezza, la mamma era convinta che avrebbe fatto invidia a tutti se l’avessero visto in città. Arrivò il giorno in cui Pirulì espresse il desiderio di conoscere la tanto decantata città e dopo mille raccomandazioni e il permesso del padre partì insieme alla mamma Roberta. Ma arrivati in città, le moltissime novità e attrazioni fecero allontanare il piccolo dalla mamma e si perse. Roberta era disperata, chiedeva a tutti gli animali se l’avessero visto descrivendo il figlio con aggettivi e qualità che purtroppo gli animali non avevano notato, pensando addirittura che una creatura così appartenesse ad un altro mondo! Solo una tartaruga aveva visto in un angolo un volpacchiotto in lacrime con una coda piccola e cadente, la pelliccia opaca e il musetto smunto coi denti storti e poco affilati. No! Quello non poteva essere lui, in ogni caso Roberta andò a verificare ed era proprio il suo Pirulì! Lo abbracciò e baciò chiedendosi poi come quella tartaruga avesse potuto descriverlo così!
Mi vien da dire: “Ogni scarraffone è bello a mamma sua”! Divertente e singolare il tema di questo libro scritto da Isabel Còrdova Rosas. Un inno all’amore materno, ma fornisce anche ottimi spunti di riflessione per tutte quelle mamme che spinte sicuramente dal bene smisurato per i propri cuccioli, ne decantano lodi e qualità, forse non sempre facendo il loro bene, perché penso che l’umiltà sia il valore migliore che possiamo trasmettere ai nostri figli.
Credo che “Kiwi” rappresenti quasi l’antitesi di Pirulì. Scritto da Carmen Posadas, Alessandra Manfredi stavolta usa le sue preziose e amate matite per disegnare degli splendidi animali della fattoria.
È la storia tenerissima e commovente di un cucciolo arrivato in fattoria dentro un pacchetto lasciato dal postino. Tutti gli animali sorpresi e incuriositi dalla scatola cercano di capire cosa ci sia dentro, quando fanno la deludente scoperta che all’interno c’è semplicemente uno strano uovo, nessuno prova più interesse. Il cane, in qualità di guardiano della fattoria, prova ad affidarlo ad ogni animale, ma tutti trovano una scusa per non covare l’uovo o prendersene cura. Allora decide di tenerlo al caldo tra le sue zampe, finché un bel mattino l’uovo si schiude e viene fuori un esserino davvero strano, con il becco di un colibrì, le zampe da gallina e il pelo del maiale…tutti si chiedono a che razza appartenga, fino a quando una rondine lo riconosce. Era un kiwi! Come aveva fatto ad arrivare li dalla Nuova Zelanda? Sicuramente non appena si fosse diffusa la notizia sarebbe diventato famoso.
È qui che cambia il registro! Tutti gli animali che non avevano voluto saperne nulla quando era solo un misero uovo , subodorando i vantaggi che poteva comportare essere genitori di un tipo famoso, si presentano dal cane con tutte le scuse per poterlo adottare, ma il cane è fermo nella sua risposta e mai permetterà a nessuno di togliergli il suo Kiwi . Bellissima l’illustrazione finale che ritrae il piccolo uccello ad occhi chiusi e il tartufo del cagnolone appoggiato al lungo becco di Kiwi al quale sussurra:” Un giorno sarai famoso e importante ma anche se non dovesse andare così… Papà Cane ti vorrà sempre bene”.
Siamo di fronte ad un amore vero, ad un valore genitoriale che va oltre ogni convenzione sostenendo la tesi che genitore non è chi mette al mondo , ma chi cresce un figlio con amore e accettazione. Ma la storia accende i riflettori anche su argomenti tanto diffusi nella società, come l’opportunismo, l’arrivismo, i cambi di rotta per interesse, il desiderio di possedere qualcosa perché conviene e porta ad un tornaconto economico, avvicinarsi a qualcuno per fama…Insomma in Kiwi possono nascere tanti spunti di riflessione, un libro che trovo davvero indicato per le letture in famiglia ma anche nelle scuole per aprire le porte a dialoghi sulla vita e sui valori fondamentali.
Un altro prezioso lavoro di Alessandra Manfredi è “Azzurro”, primo libro tutto suo, senza testo ma che racconta con la potenza delle immagini una realtà tristissima del nostro pianeta.
Dopo una vacanza nel sud Italia fatta per far conoscere alla figlia il mare e le spiagge della sua infanzia, si accorge che qualcosa è cambiato. In spiaggia hanno trovato rifiuti di ogni genere, accendini, mozziconi di sigarette, plastica, bottiglie, mari non più cristallini. Motivata dalla rabbia e la voglia di sensibilizzare i bambini sulle scelte comportamentali che potrebbero cambiare il futuro, nasce “Azzurro”, dove incontriamo un capodoglio che presto ingoierà una mascherina e altra plastica, foche incastrate nella rete, pesci intrappolati in guanti di plastica e spiagge piene di ogni passaggio umano. Importantissimo alla fine del libro l’intervento del presidente Andrea Morello della Sea Shepherd Italia Onlus, associazione di volontari che combattono per salvare il Mediterraneo, il mare più sovrasfruttato e con il più alto contenuto di microplastiche del mondo.
La sensibilità della Manfredi non si percepisce solo dai suoi disegni ma anche dalle azioni, parte del ricavato del libro Azzurro, andrà a sostegno della Sea Shepherd italia.
Basta poco per capire che Alessandra Manfredi, sola o insieme ad altri autori, sposa cause e temi di grande impatto sociale, l’amiamo soprattutto per le sue magnifiche illustrazioni vive e realistiche, per i soggetti del mondo animale che ha scelto di raffigurare e le siamo grati per aver rappresentato quasi tutti gli habitat, savana, bosco, fattoria, mare, mancherebbe forse solo qualche ambientazione artica .
Intanto possiamo goderci il suo ultimo libro “Antonietta” in coppia con Lucia Baquedano, la storia di una gallina pasticciona, diversa dalle altre già per il colore, che ne combina di tutti i colori e…forme.