Dopo la trasferta primaverile in Cile, il Maestro Francesco Di Mauro torna nella sua terra, al Sicilia Classica Festival. In aggiunta alle opere di Mascagni e Leoncavallo, Di Mauro dirigerà il 22 settembre Carmen di Georges Bizet.
Tre opere classiche che verranno portate in scena da un rivoluzionario cast di giovani professionisti, con la regia di Salvo Dolce e la direzione artistica di Nuccio Anselmo. Tre opere il cui epilogo è tutt’altro che felice. La tragicità dei temi è oltremodo attuale: su tutti, le relazioni insane e l’incapacità di gestire le proprie emozioni negative.
Il 20 settembre aprirà le danze la rappresentazione innovativa di Cavalleria rusticana alle ore 21, a cui seguirà quella di Pagliacci nell’arco della stessa serata.
Tra i protagonisti di Cavalleria rusticana figurano: il mezzosoprano Anastasia Pirogova nel ruolo di Santuzza; il tenore Alberto Profeta nei panni di Turiddu e il baritono Noh Dongyong nel ruolo di Alfio. Marta Di Stefano sarà Mamma Lucia, mentre, Julia Di Girolamo, Lola.
In Pagliacci cambiano alcuni membri del cast: il soprano Isidora Moles sarà Nedda, Alberto Profeta interpreterà Canio e Noh Dongyong vestirà i panni di Tonio. Enrico Maria Piazza sarà Beppe, Giovanni Palminteri, invece, Silvio. La regia è affidata ancora una volta a Salvo Dolce; coro e orchestra saranno quelli del Sicilia Classica Festival diretti dal Maestro Francesco Di Mauro. Le coreografie sono di Stefania Cotroneo, i costumi di Fabrizio Buttiglieri, luci di Gabriele Circo e trucco di Alfredo Danese. Direttore artistico Nuccio Anselmo.
Il Maestro Francesco Di Mauro commenta così la sua partecipazione: «A un anno di distanza dal successo di Traviata torno al Teatro antico di Taormina per dirigere due delle opere che amo di più, che ho diretto molte volte e che mi coinvolgono per le colonne portanti delle drammaturgie. Cavalleria rusticana è un travolgente mix di sentimenti come la passione, l’amore, il tradimento, l’onore e il rispetto per ciò che è giusto fare che porta Turiddu ad affrontare le conseguenze del suo gesto, quindi ad una morte certa. Pagliacci è un’opera meravigliosa che rappresenta la disperazione che sfocia nella follia di Canio il quale toglie dalla strada Nedda, dandole una casa, il suo amore e la sua protezione per poi essere tradito da questa donna che in realtà non lo ha mai amato, e lo tradisce ancora di più innamorandosi di un altro uomo. E quando Canio si accorge di questi sentimenti non rivolti a lui ecco che scoppia la follia e uccide tutti. Lui sarebbe pur disposto a perdonare Nedda ma proprio in quel momento lei tira fuori lo sdegno e la rabbia nei suoi confronti».
L’obiettivo che il regista si pone è ricreare un’atmosfera visionaria, accompagnando la narrazione con suggestioni musicali di ogni singolo istante, tramutando le sensazioni in immagini sceniche fatte da riti gestuali, dal coro e dal corpo di ballo. «Il pubblico vedrà un’eleganza siciliana antica ma non rurale» afferma Dolce. Si prevede una Cavalleria rusticana più danzata rispetto alla concezione classica, mentre per Pagliacci lo sviluppo coreografico è improntato maggiormente su acrobazie ed effetti speciali: il pubblico rimarrà stupito, promettono.