Firme false M5S: Bartolomeo Pepe, regolamento dei conti con Riccardo Nuti?

Dopo avere individuato il vice questore della Digos Giovanni Pampillonia, il senatore Bartolomeo Pepe torna alla carica con un nuovo atto parlamentare rivolto ad Angelino Alfano, nel quale chiede espressamente se ritenga possa sussistere conflitto di interessi del vice questore, visti i suoi presunti rapporti amicali con i vertici del M5S e parentali con uno dei candidati presenti nella lista palermitana, balzata agli onori della cronaca per la presentazione dei moduli falsificati sul quale indagano gli inquirenti.
Soprattutto chiede chiarimenti circa la procedura di notifica predisposta dalla Procura di Palermo all’inviato de “Le Iene Show” Filippo Roma, eseguita dallo stesso Pampillonia: secondo il senatore, infatti, sarebbe opportuno programmare una verifica per accertare il possibile malfunzionamento della Digos di Palermo. Pepe ha inoltre evidenziato una condotta lesiva da parte del vice questore a danno della dignità del corpo di polizia politica.
Nella ricostruzione dei fatti illustrata dal senatore, emerge che l’acquisizione della documentazione presso l’abitazione di Filippo Roma, oltre a essere avvenuta in assenza dello stesso e del suo legale, sarebbe stata coordinata in modo certamente irrituale e intimidatorio da parte del vice questore. Inoltre, diversi dubbi sorgono sul mandato di perquisizione avvenuta nello studio dell’inviato televisivo e sui documenti posti sotto sequestro dove, tra l’altro, ricordiamo essere chiamato in causa lo stesso vicequestore Pampillonia. Il controllore del controllato, ci verrebbe da dire!
Intanto, ad oggi, otto sono gli indagati: i deputati alla Camera Riccardo Nuti e Claudia Mannino, i parlamentari eletti all’ARS Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, Samanta Busalacchi (collaboratrice ARS), il cancelliere e certificatore della lista Giovanni Scarpello, gli attivisti Giuseppe Ippolito e Stefano Paradiso.
E si preannunciano valanghe di autosospensioni anche tra gli attivisti M5S in Sicilia dopo la deputata regionale Claudia La Rocca che ha confessato il misfatto, muovendo precise accuse ad altri deputati e attivisti anche tra chi era a conoscenza dei fatti: l’Onorevole Riccardo Nuti, per esempio.
L’intervento sulla vicenda Firme False di Palermo da parte di Pepe? Un possibile regolamento di conti. Si vocifera che Nuti, non molto tempo fa, durante una discussione tenuta con i membri della Commissione Nazionale Antimafia, abbia accusato Pepe di essere scorretto e contiguo alla camorra. Accuse di cui sarebbe venuto a conoscenza anche il senarore Giarrusso.