17«Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle» (Voltaire)
Streghe, fate, “beddi signuri”, megere, “mavare” “donne di locu”, “donni di notti”. Chi erano davvero le “donne di fora”?
Siamo in Sicilia nel XV secolo e secondo alcune credenze popolari della tradizione siciliana le Donne di Fora erano giovani “una chiù bedda di n’autra”.
Perché streghe? Perché “di fora”?
Ebbene, la caratteristica di queste giovani di bell’aspetto era proprio quella di riuscire ad abbandonare il proprio corpo per compiere dei viaggi spirituali.
“Un pò streghe, un pò fate”, così sono descritte dall’antropologo Giuseppe Pitré, noto per i suoi lavori proprio sul folklore siciliano. Nato a Palermo nel 1841 fra le sue tante pubblicazioni, ha dedicato ampio spazio alla figura delle Donne di Fora in un capitolo del IV volume della collana Usi e costumi, credenze e pregiudizi del popolo siciliano. Un capitolo dedicato a esseri meravigliosi, soprannaturali e meravigliosi.
Amanti della natura, degli elementi, erano in grado di realizzare piccoli sortilegi e malefici.
Un pò come Sandra Bullock e Nicole Kidman nel film “Amori e incantesimi” del 1998 diretto da Griffin Dunne, le Donne di Fora bruciavano incensi, alloro e rosmarino, creavano pozioni per le loro “mavarie”, cantavano e ballavano.
Secondo la leggenda, le Donne di Fora si riunivano tre volte a settimana, il martedì, il giovedì e il sabato e soprattutto la Notte di San Giovanni. Durante queste serate erano in grado di abbandonare il loro corpo per riunirsi con lo spirito alle consorelle per discutere sui malefici e le benedizioni da preparare.
Amanti della pulizia e dell’ordine, sapienti conoscitrici del mondo naturale, preparavano anche rimedi per alcune malattie. I loro riti, o la loro visita in una casa, mettevano al sicuro dal “malocchio” o disgrazie.
Spinte dal senso di giustizia infatti, cercavano di riportarlo nelle vite di chi a loro si rivolgeva.
Le Donne di Fora fanno visita di notte
Le Donne di Fora quindi possedevano quindi alcuni “poteri magici”. Erano in grado di lasciare il corpo con lo spirito per riunirsi con le “con-sorelle”.
Erano amanti dell’ordine al punto tale che chi intendeva ricevere una loro visita avrebbe dovuto prima pulire interamente la casa, cambiare le lenzuola e ogni ambiente della casa doveva essere impeccabile.
Quando di notte, le loro anime facevano visita, non c’era segno di un loro passaggio, solo scricchiolii o spostamenti d’aria.
Niente bacchette magiche o scope volanti per le Donne di Fora. Al centro di ogni sortilegio la natura, l’acqua, il fuoco, la terra, la luna. Tutti elementi di connessione tra l’essere umano e un mondo spirituale.
Verso la mezzanotte chi voleva ricevere la visita delle “beddi signuri” doveva accendere un incenso, bruciare foglie d’alloro e rosmarino. In alcuni testi è citata anche un’invocazione che veniva recitata proprio per richiedere la loro visita:
Ti saluto ree di lu Suli.
Ti saluto re di la Luna.
Ti salutu stidda n’diana.
Beni aspettu ‘ntra simana.
(Ti saluto re del Sole. Ti saluto re della Luna. Ti saluto stella indiana. Bene aspetto entro la settimana)
Nelle tre sere del martedì, del giovedì e del sabato, quando il loro spirito avrebbe lasciato il corpo, ricordavano al marito di non svegliarle e non toccarle durante la notte. Perché si, al di là di ogni comune immaginario, le Donne di Fora erano sposate, avevano un marito.
I Beddi signuri dunque uscivano di notte per compiere questi viaggi spirituali, incontrare le sorelle e decidere sul da farsi. Chi doveva essere aiutato e chi doveva essere punito. Il loro spirito poi doveva ritornare in casa prima delle prime luci dell’alba. In caso contrario la Donna di Fora si sarebbe trasformata in un rospo rimanendo con quelle sembianze fino alla notte successiva.
Che ci crediate a noi sarebbe dunque meglio evitare il pericolo e non ammazzare mai un rospo!
Il pericolo infatti poteva essere quello di uccidere accidentalmente una Donna di Fora. In quel caso la persona che aveva commesso involontariamente l’omicidio veniva maledetta e condannata o alla morte entro le 24 ore o a svariate disgrazie.
Durante le visite notturne all’interno delle case, le Donne di Fora mostravano grande attenzione nei confronti dei bambini. Se di cattivo umore in realtà facevano loro dei dispetti facendoli piangere e svegliandoli durante la notte. In alcuni casi invece, le Donne di Fora si affezionavano ad alcune bambine e trascorrevano il tempo accarezzando i loro capelli e legandoli in una treccia. Questa non veniva mai tagliata o sciolta dai genitori, perché significava che la bimba era sotto la protezione di una Donna di Fora.
Quante erano le Donne di Fora?
Le credenze su le “beddi signuri” in realtà variano spesso di città in città. Alcuni particolari sono legati ad un luogo piuttosto che ad un altro. A Messina ad esempio le Donne di Fora erano in realtà 33 ed erano sotto la guida di una Fata Maggiore chiamata anche Mamma Maggiore o Savia Sibilla. Questa Fata Maggiore si trovava proprio a Messina ed è qui che le 33 Donne di Fora si riunivano nelle tre sere settimanali.
Palermo invece vuole che le Donne di Fora fossero 7 e la loro storia è legata al Curtigghio di li Setti Fati. In questo Cortile all’interno del monastero di Santa Chiara infatti si trovavano sette donne, una più bella dell’altra. Donne divertenti, allegre, forse un pò promiscue. Le Donne di Fora portavano con se uomini e donne con cui divertirsi. Erano sere di danze, banchetti, canti, passeggiate in riva al mare. Una festa che si ripeteva ogni notte per poi sparire nel nulla l’indomani mattina.
In ogni caso sono sempre descritte come figure benevoli che cercavano di riportare ordine e giustizia attraverso le loro punizioni o benedizioni.
La loro figura non va assolutamente confusa con quella dell’Animulare, altra figura del folklore siciliano. Questa in realtà era la vera strega che secondo le credenze aveva venduto l’anima al diavolo. Le Animulari si riunivano per organizzare e progettare a chi e come far del male.
Il mondo delle Donne di Fora rappresenta in realtà il mondo femminile. La necessità di riunirsi per comunicare segreti, concordare strategie, piani, scambiare ricette e rimedi. Sono questi tutti aspetti del mondo femminile presenti in ogni epoca. Lontano da occhi indiscreti, le donne si riuniscono, discutono, “cuttigghiano”, cercano di rimettere in ordine le vite proprie e altrui.
La donna del 2021 è sicuramente tanto altro. Impegnata nel mondo del lavoro, nella vita pubblica, sociale.
La donna moderna è mamma, lavoratrice, casalinga, amica, sorella, zia, nonna anche uomo.
Ma quando ci riuniamo tra di noi, a pensarci bene, non siamo tutte un pò streghe?