Tre anfore risalenti al III-II sec. a.C sono state rinvenute nel mare delle Eolie, nei pressi dell’isola di Filicudi.
Notoriamente ricco di reperti, il mare delle Eolie è quello di miti e leggende. Il mare dove Ulisse incontrò Eolo, signore dei venti che a lui consegnò un otre con i venti contrari così da poter fare ritorno a Itaca.
Ed è proprio da quel mare che spesso riemergono i resti di un’epoca lontana, testimonianza evidente della vitalità dei traffici commerciali che hanno animato la Sicilia in passato.
Nel mare antistante l’isola di Filicudi sono state recuperate tre anfore integre, di cui due più piccole di tipologia MSG 2 del III secolo a.C. e una di maggiori dimensioni di tipologia greco-italica del II secolo a.C che riporta incisa la lettera Eta maiuscola (H). Una probabile sigla dell’artigianato del manufatto impressa prima della cottura. Sono rinvenuti infine alcuni frammenti di un’anfora di tipologia Keay XXV, di provenienza tunisina.
Le anfore, consegnate al Museo di Filicudi, sono state rintracciate durante le operazioni di controllo effettuate dalla Soprintendenza del Mare, alla presenza della Soprintendente Valeria Li Vigni, di Pietro Selvaggio del Nucleo subacqueo e dell’ispettore onorario, Salvino Antioco.