Il periodo di emergenza pandemica in atto, dettato dal proliferare dell’infezione da Covid-19, mette in crisi anche Cupido le cui frecce, adesso, si spezzano facilmente. Le separazioni, dovute ad una vicinanza obbligata in casa, causa lockdown più o meno costante da circa un anno, salgono vertiginosamente: oltre il 60%.
Se prima le cose non andavano bene adesso vanno peggio. Secondo i dati dell’Istat la quota di separazioni in cui la casa coniugale è assegnata alla moglie sale al 60% e arriva al 69% per le madri con almeno un figlio minorenne. Ma con lo scoppio dell’emergenza sanitaria sono aumentate le richieste di separazione a causa della convivenza forzata che, purtroppo, ha portato anche a una crescita di violenza domestica. Molte le coppie che hanno capito di non sopportarsi; secondo l’Associazione Nazionale Divorzisti Italiani le separazioni, in questi mesi, volano oltre il 60%.
Perchè questa impennata di divorzi?
Parallelamente all’impennata di casi il Covid ha portato anche ad un’impennata di divorzi. Ma quali sono le cause?
Sicuramente l’isolamento forzato non aiuta, inoltre, con lo “smart-working” si devono condividere per molte ore gli stessi spazi dell’abitazione acuendo ancor di più la mancanza di quella “libertà” personale, spesso, necessaria. L’umore sotto lo zerbino per eventuali problemi economici, la paura del contagio, la morte di un proprio caro, la lontananza da amici e parenti, il divieto dello “svago” serale come andare a cena fuori, andare a ridere insieme e abbracciarsi al cinema, la compagnia di amici da vedere nel locale di riferimento. La mancanza di sfogo esterno ha prodotto, quindi, una crescita di quello interno fino allo scoppio esplosivo. I dati ci dimostrano proprio questo.
Il divorzio in piena pandemia
Nonostante il difficile periodo in atto, però, le coppie non esitano a separarsi. Secondo gli psicologi, vivere in un contesto che porta a forte stress fa emergere il lato peggiore di ognuno di noi. Stress, ansia e paura, infatti, sono i principali nemici di una relazione sana; facile far rovesciare il sano in tossico quando questi parametri sono fuori controllo. La quotidianità, momento di condivisione e felicità, si può ben presto tramutare in incubo. Rimane un dato certo che molte coppie, in realtà, non si rivolgono nemmeno ad uno psicologo competente o ad un terapista prima di separarsi. Secondo l’Ami nel 2020 ci sono state un 30% in più di richieste di separazioni di cui la metà giudiziali, quindi non consensuali, un aumento del 20% dei femminicidi e un aumento del 70% di violenze all’interno della famiglia.
Più separazioni al Nord
Dando voce ai dati Ami, la percentuale tra Nord e Sud è diversa. Le separazioni al Nord Italia, infatti, sarebbero due volte maggiori rispetto al Sud: si parla di 450 divorzi ogni mille coppie al Nord e 200 al Meridione. Il blocco dei tribunali, però, impedisce la procedura standard; 10 mila le coppie in attesa di un giudizio provvisorio che, purtroppo o per fortuna, vivono ancora sotto lo stesso tetto
Entro il 2030: 78,5% di separazioni e meno bambini
Ma le cose andranno a peggiorare. Uno studio presentato da Euromonitor International, infatti, riporta che entro il 2030 le separazioni nel mondo aumenteranno del 78,5%, un vero record, e ci saranno sempre meno bambini.
Uno scenario apocalittico ma come l’amore ci insegna: mai per scontato.
Crediti foto: Angolo della Psicologia