Corteo a Catania contro la “Buona Scuola” – FOTO
Un corteo lungo e sofferto a Catania, all’insegna della polemica, e non solo contro la riforma della “Buona Scuola”. Insegnanti, alunni e sindacati divisi anche nel manifestare il proprio dissenso alle proposte del ddl, perché c’è a chi non piace del tutto e chi vorrebbe cambiarlo in parte. Due i punti di partenza: piazza Roma per gli studenti e piazza Europa per sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Cobas.
Come afferma Damiano Cucè, tra gli organizzatori del gruppo partito dalla villa Bellini: “Noi chiediamo il ritiro del ddl e contestiamo i test invalsi chemirano alla privatizzazione della scuola, un modello che si avvicina molto al ddl di Valentina Aprea (proposto nel 2008, ndr) del 2012 col governo

Monti. L’anno scorso in molte scuole siamo riusciti a boicottarlo, quest’anno l’aria che si respira sembra essere più forte quindi, stiamo spingendo molto il boicottaggio nelle scuole superiori verso il 12 maggio.”
Prima di partire, un breve scontro dei partecipanti con alcuni ragazzi, descritti come appartenenti al centro sociale Cervantes, che sono stati allontanati al grido: “Noi i fascisti non li vogliamo”. Il gruppo degli studenti ha quindi percorso viale XX Settembre e Corso Italia per unirsi al resto delle persone che provenivano da piazza Europa e si dirigevano verso piazza Roma.
A camminare accanto ai manifestanti Maria Marzana, deputata M5s: “Dopo il collegamento alla manovra finanziaria, si possono presentare 2 emendamenti per gruppo e per articolo. Questo governo è stato capace di mettere la ghigliottina pure su un esame di un provvedimento così importante per l’Italia. Se poi scendiamo nel merito del contenuto, questa riforma va a trasformare la scuola in un’azienda. Abbiamo presentato centinaia di emendamenti per

stravolgere l’impianto di questo provvedimento, perchè non ci piace: stando allo stato attuale, a questo punto ne chiediamo il ritiro. Quello che sta succedendo in commissione è quello di edulcorare: stanno cambiare le parole per lasciare la sostanza esattamente uguale.”
La manifestazione è proseguita regolarmente per poi dividersi all’incrocio tra viale XX Settembre e via Etnea: Cobas e studenti verso piazza Università, gli altri sono andati avanti fermandosi di fronte villa Bellini. Nino de Cristoforo, Cobas scuole: “Purtroppo è una scelta che non abbiamo voluto noi: avevamo chiesto un corteo unitario e una conclusione unitaria. Ci è stato detto che non avremmo potuto parlare dal palco, come gli altri. Una condizione inaccettabile. Per cui scegliamo di fare il corteo insieme ma dividerci nel comizio finale. Motivazione non ce ne hanno detto: a dire di no i 5 sindacati.”

“Noi finiremo in piazza università – prosegue Cucè – perchè a livello contenutistico ci differenziamo con gli altri sindacati, nel senso che loro chiedono degli emendamenti a livello parziale del disegno di legge e non parlano di test invalsi mentre noi studenti ed il Cobas sì, oltre che del ritiro totale del ddl.”
Per Antonella Di Stefano, segretaria generale Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil Catania, valgono anche “le riforme condivise e costruttive” ma sul presunto veto imposto ai Cobas afferma che “queste sono 5 sigle che hanno indetto lo sciopero, dopodichè ognuno fa come vuole: a loro non è stato vietato nulla. C’era un’organizzazione già in un certo modo, loro si sono aggregati dopo. E comunque è uno sciopero nazionale indetto dalle 5 sigle rappresentative: quindi parleranno i 5 nazionali. Il problema non è successo adesso, ma all’inizio, pertanto ognuno si assume le sue responsabilità.”
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