«Da lunedì quasi certamente la Sicilia sarà in zona gialla. Mentre 250 milioni di euro, approvati dal Cipe, saranno messi in circolo nell’economia siciliana, a sostegno delle categorie più colpite dalla pandemia: tutto ciò entro il mese di giugno quando saranno attuate le procedure di erogazione prevista. Due importanti obiettivi raggiunti che ci spingono a sospendere lo sciopero della fame».
Così il presidente regionale di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, dopo avere appreso le ultime novità:
«Dopo sette giorni – continua – abbiamo deciso di fermarci anche in attesa dell’esito della conferenza Stato Regioni e della cabina di regia convocata per lunedì dal Governo. Restiamo, insomma, in attesa delle risposte della politica da cui ci aspettiamo non solo la solidarietà mostrata fino ad oggi ma la revisione del coprifuoco e date certe per la ripartenza di tutte le attività economiche oggi bloccate o limitate fortemente, all’aperto e al chiuso».
«Voglio ringraziare – continua Manenti – i presidenti provinciali di Catania e Trapani, rispettivamente Piero Agen e Pino Pace, per avere condiviso la protesta, così come il presidente di Fipe Sicilia, Dario Pistorio, il presidente Confcommercio Sciacca, Giuseppe Caruana, e tutti i dirigenti del nostro sistema che hanno voluto appoggiare questa forma di contestazione silenziosa rispetto a scelte che ci hanno messo con le spalle al muro. Il nostro pensiero va alle migliaia di imprese di vari settori in condizioni ormai disperate: dalla ristorazione alle palestre, dalle attività nei centri commerciali ai parchi tematici, dal mondo del wedding alle fiere senza dimenticare centri scommesse, teatri, cinema e numerose altre attività oggi ancora chiuse. Aspettiamo di capire, dunque, che cosa accadrà.
«Siamo pronti a riprendere, nel caso, la nostra battaglia di civiltà perché sia garantito il diritto al lavoro a tutti. Nessuno dovrà essere abbandonato al proprio destino. È stata dura, non lo nego. Ma siamo pronti a rifarlo, se necessario, perché le imprese hanno bisogno di tutta la comprensione e di tutto il sostegno possibile in questa fase così delicata. E, soprattutto, hanno bisogno di lavorare, anche se con tutti gli accorgimenti del caso, per potere alimentare la propria speranza di sopravvivenza».
E.G.