Il Calcio Catania e quella tifoseria tenuta in disparte
In occasione del match disputato ieri allo stadio Massimino tra Catania ed Avellino il pubblico etneo è tornato numeroso a colorare gli spalti di rossazzurro. Splendida la coreografia ammirata ad inizio partita in curva nord.
Si è trattato dell’ennesimo, chiaro segnale lanciato dai supporters etnei alla società del presidente Pulvirenti, sempre più rinchiusa dietro un silenzio assordante che non fa altro che alimentare il rincorrersi incontrollato di voci in città. La tifoseria è schierata al fianco della squadra, è di qualche giorno fa il patto salvezza stretto con i calciatori rossazzurri all’esterno di Torre del Grifo. E’ proprio l’impossibilità di stare vicino e far sentire il proprio calore alla squadra, durante gli allenamenti, una delle accuse maggiori rivolte alla dirigenza da parte del tifo etneo.
La prima e unica seduta d’allenamento a porte aperte tenuta dal Catania risale al 22 Ottobre. Fu merito dell’ex tecnico Sannino che giudicò come normalità e non eccezionalità la presenza dei tifosi all’allenamento. E’ stato proprio questo carattere schietto e diretto dell’ex tecnico a renderlo probabilmente uno degli allenatori più amati e rimpianti a Catania. Alle sue parole fecero seguito quelle di Calaiò, pronunciate durante il confronto avuto con i tifosi fuori da Torre del grifo « Vorremmo sempre avere i nostri tifosi accanto, ma decide la società».
La squadra, da una tifoseria calda, appassionata, amante dei propri colori all’inverosimile, non può che trarne vantaggio. Sarà un caso, ma la migliore striscia positiva di risultati dei rossazzurri (con 13 punti in 6 gare), si ebbe proprio in seguito all’apertura del centro sportivo. Pulvirenti e Cosentino sembrano ignorare i continui slanci positivi della piazza, disposta a mettere da parte le polemiche con il chiaro intento di salvare il salvabile, e perseverano con l’isolamento assoluto nel bunker di Torre del Grifo. Ci si augura che la dirigenza, in queste ultime nove giornate, comprenda l’enorme potenziale che ha in mano cioè una città e dei tifosi unici che meritano altri palcoscenici.