Area Cibali, sindacati: Puntare allo sviluppo

Catania – Per Cgil e Fillea Cgil è necessario che il Consorzio e l’amministrazione comunale puntino allo sviluppo reale dell’area di Cibali, senza che si permetta “il ricristallizzarsi di vecchie posizioni”, e che si tenga conto delle tecniche che abbattono il consumo energetico e lo svilimento paesaggistico.
Il progetto è forse uno dei più importanti per Catania; l’obiettivo è perciò quello di strappare la zona al degrado e all’incuria a cui finora è stata confinata.
A differenza del vecchio Piano Piccinato, viene ridotto il numero di metri cubi di cemento nel progetto di rifunzionalizzazione dell’area. Si passa dai 330 mila metri cubi a 165 mila, “di certo ancora tanti anche perché è ancora alto lo squilibrio, nella zona, tra le aree edificate e quelle destinate a verde pubblico che va valorizzato”.
In una nota i sindacati riconoscono “all’amministrazione comunale di aver riaperto un capitolo che pareva chiuso” e lanciano alcune proposte chiave.
Cgil e Fillea Cgil, in particolare, chiedono che venga favorito ” il sistema del trasporto pubblico cogliendo le opportunità che ci offre la cosiddetta “cura del ferro” nel sistema della mobilità rendendo snella e rapida l’integrazione di servizi e funzioni, integrando gli aspetti della mobilità dolce (soprattutto pedonale ma anche ciclabile, dove possibile) con le stazioni della metropolitana.
Necessaria anche la realizzazione di spazi destinati alle attività ricreativo-sportive non presenti nel quartiere, così come la promozione di attività culturali, musica, teatro”.
Auspicabile anche “l’utilizzo di tecniche di bio-edilizia e delle novità in materia di risparmio energetico così come sarebbe molto opportuno favorire lo sviluppo dei giardini verticali , quest’ultimo aspetto anche in funzione della riduzione del possibile impatto sul paesaggio”.
Per i sindacati è poi importante salvaguardare ed impreziosire al meglio il bosco naturale la cui vegetazione è caratterizzata da querceti caducifogli con copertura arborea e arbustiva superiore al 50%, tale da far rientrare questi lembi boschivi nella classificazione di bosco di cui alla Legge regionale 16/1996 ed inoltre nell’area non andrebbe trascurata la presenza di di alcuni banchi lavici di epoca remota che vanno preservati.
