Una storia paradossale tra finzione e drammatica realtà: alcuni ufficiali nazisti, attivi in Italia tra il 1943 e il 1945, si ritrovarono a lavorare nel cinema italiano, spesso “nella parte di sé stessi”, interpretando militari tedeschi in alcune delle maggiori produzioni del dopoguerra. La vicenda è narrata in “Nazisti a Cinecittà”, un libro di Mario Tedeschini Lalli, pubblicato dall’editore Nutrimenti. L’autore ne parlerà venerdì 5 maggio al Catania Book Festival, con lo storico Andrea Miccichè, professore dell’Università di Enna, a Le Ciminiere, Sala Venere, ore 20.00.
Il libro nasce da una scoperta casuale che ha dato il via a una lunga ricerca tra carte di servizi segreti, cineteche, archivi privati e interviste a famigliari. Un racconto che, a tratti, si tinge di giallo. Una finestra su una realtà incredibilmente ‘normale’ dell’Italia del dopoguerra: il ‘nazista della porta accanto’ tornava utile per raccontare il nazismo. I maggiori Borante Domizlaff e Karl Hass facevano parte del comando delle SS di Herbert Kappler durante l’occupazione di Roma e parteciparono all’eccidio delle Fosse Ardeatine, dove furono uccisi 335 italiani. Il primo, assolto nel 1948, resterà negli anni fedele a Kappler, aiutandolo nella fuga dall’Italia nel 1977. Il secondo, sfuggito al primo processo arruolandosi nei servizi segreti americani e italiani, sarà raggiunto dalla giustizia solo cinquant’anni dopo e condannato all’ergastolo.
Fra gli anni ‘50 e Sessanta, tutti e due sbarcarono il lunario facendo lavori vari. Hass diresse, per due ann,i il cimitero tedesco di Motta Sant’Anastasia. Ma, specialmente, lavorarono in film come Una vita difficile di Dino Risi, La ciociara di Vittorio De Sica, Tutti a casa di Luigi Comencini, La caduta degli dei di Luchino Visconti. E non furono i soli. «Ho cercato di dipanare il gomitolo di relazioni, -spiega Tedeschini Lalli – connessioni e coincidenze per spiegare le circostanze che resero tutto questo possibile. Ma nel farlo, ho trovato altre relazioni, altre connessioni, altre incredibili coincidenze e, specialmente, altri film».
Da giornalista, Mario Tedeschini Lalli si è occupato a lungo di relazioni internazionali, poi per oltre vent’anni d’informazione digitale e multimediale, guidando redazioni e insegnando nelle scuole di giornalismo e all’Università. Storico contemporaneista di formazione, autore di saggi sui rapporti tra fascismo e mondo arabo e sugli anni italiani di Saul Steinberg, è affascinato dalle piccole storie che raccontano la grande Storia: è stato lui a scoprire l’identità dei veri giornalisti presenti in un film di culto come Vacanze romane, e della ragazza nella foto simbolo di Federico Patellani per la vittoria della Repubblica nel referendum del 1946. Con Pietro Del Re, ha scritto In viaggio con Poirot (Minotauro, 1995), guida ai luoghi dei romanzi di Agatha Christie.