Più assunzioni. Ma calano le ore. Il precariato dilaga all’Ersu di Catania e i lavoratori non ci stanno più.
Un cambio di appalto ha portato all’assunzione di ulteriori 10 dipendenti addetti al portierato e alla vigilanza nelle residenze degli studenti. Ma ciò non ha determinato più servizi bensì disagi per i lavoratori con tanti anni di anzianità che sono passati da un full time ad un part time di sole 21 ore settimali.
Il precariato, in un momento di emergenza simile, ha un peso ancora più grave.
Così ieri i lavoratori hanno protesta dinanzi alla sede Ersu di via Etnea, ma senza successo. I dirigenti, infatti, avrebbero del tutto ignorato la manifestazione e la richiesta di trovare un dialogo tra le parti.
«Da oltre dieci anni, il tempo di lavoro svolto presso l’Ente, ogni cambio di appalto viviamo una grave condizione di disagio, in quanto siamo costretti a subire i cambi di gestione delle diverse aziende come nel caso attuale passando. Siamo arrivati ad una decurtazione di ben 19 ore: tutto questo è causato da una cattiva amministrazione sia pubblica che privata. Siamo troppi e non si opera alcun differenza con il grado di anzianità del lavoratore. Dignità e onestà sono e devono essere i capisaldi del concetto di base del lavoro per ogni individuo», ribadisce Carmelo Barbagallo, sindacalista CSE (Confederazione Indipendente Sindacati Europei).
I dipendenti hanno continuato a lavorare anche in piena pandemia, mettendo a repentaglio la propria incolumità: «Non c’è rispetto per i lavoratori», commenta uno dei dipendenti con ben 11 anni di servizio alle spalle che si è visto ridurre il proprio orario di lavoro con turni assurdi.
Proprio per questo motivo, i dipendenti cercano conforto in un intervento da parte della Regione Siciliana e del presidente Nello Musumeci.
E.G.