La pista ciclabile cancella le fermate del bus

E se da una parte il catanese ha acquistato la libertà di svolazzare sulle due ruote al lungomare di Catania da quando esiste la pista ciclabile, dall’altro, perde un diritto, quello cioè di potersi spostare sui mezzi pubblici.
La signora Nunzia ha 55 anni, non ha la patente, ed ogni giorno da Misterbianco deve raggiungere il posto di lavoro in viale Ruggero di Lauria. Nessuno la può accompagnare e, forza maggiore, si deve servire dei mezzi pubblici.
Prima della pista ciclabile con un viaggio di ben due ore – giacchè la città è servita da modesti mezzi pubblici – riusciva a raggiungere il luogo di lavoro distante circa 11 km. Ma da quando il sindaco Enzo Bianco ha realizzato, ma non completato, il suo percorso blu per biciclette la signora Nunzia impega 3 ore. A volte anche 3 e mezzo, dipende se si sente in forze, e questo perchè sul lato in cui sorge la pista ciclabile sono state sorpresse le fermate degli autobus.
La signora Nunzia in precendenza poteva optare per due linee: la 935 ed la 534. Le fermate di quest’ultima sono state totalmente cancellate mentre resistono ancora due fermate della 935, che prima sul lungomare faceva tappa almeno 5 volte.
L’autobus si ferma in piazza Nettuno ed in piazza Mancini Battaglia, il resto della strada la signora Nunzia e, tutti gli altri come lei ovvero tantissimi lavoratori, studenti e persone anziane devono, gambe in spalla, farsela a piedi per raggiungere il luogo dove devono arrivare.
In pratica il sindaco Bianco ha deciso che volente o nolente il cittadino catanese deve fare sport, che sia in bici o che sia trekking urbano. Chi non può diambulare agevolmente stia a casa o speri nel miracolo.
Nulla da accepire sulla realizzazione di una pista ciclabile che fa apparire Catania una città più civile ed al passo con i tempi ma è altrettanto civile garantire che i cittadini possano fruire dei mezzi pubblici.
I catanesi potranno forse ripiegare sulla metropolitana in attesa, è ovvio, che anche quella venga completata.